LA CAMPAGNA ITALIA CONTRO LE MINE DICE NO ALLO STUPRO 

E ALLE VIOLENZE SULLE DONNE NEI CONFLITTI DI GUERRA

COSA CHIEDIAMO

    Partendo dalla considerazione delle sopravvissute come delle attiviste resilienti, ossia donne che sono riuscite a superare il trauma, che non agiscono come vittime, ma che si impegnano nell’aiutare le altre ad accedere ai servizi a loro dedicati ed ad andare avanti con le loro vite, vogliamo portare queste attiviste ai tavoli dove si discutono le politiche e le leggi. Vogliamo fermare l’uso dello stupro come strumento di guerra e sollevare le barriere che impediscono la completa partecipazione delle donne nella società. Vogliamo che i responsabili delle violenze sessuali siano processati, che le sopravvissute e le loro comunità ricevano i servizi di cui hanno bisogno, e che le donne siano coinvolte pienamente in tutti i processi di pace per assicurare una pace duratura. Sono tre i punti fondamentali per cui chiediamo azioni concrete:

    Prevenzione – le donne devono partecipare al 100% ai negoziati e ai processi di pace. Esse rappresentano la chiave per prevenire il ritorno alla violenza – chiediamo a tutti i leader mondiali che si impegnino ad assicurare che le donne formino parte integrante in tutti i processi di pace.

    Protezione – i fondi per le associazioni locali di donne sono essenziali per aiutare le vittime e le sopravvissute – chiediamo ai leader mondiali di impegnarsi in modo duraturo nel fornire risorse direttamente alle organizzazioni locali che forniscono alle vittime una gamma completa di sostegno, sia nell’immediato che nel lungo periodo, come supporto psicologico, medico, legale sia in termini di mezzi di sostentamento.

    Procedimenti legislativi – coloro che commettono violenza sessuale devono essere considerati responsabili per i loro crimini e devono essere processati – il nostro appello ai leader mondiali è che si impegnino per lo sviluppo e l’applicazione di leggi nazionali consistenti affinché gli autori delle violenze sessuali siano considerati responsabili e si applichi tolleranza zero. In particolare chiediamo la formazione sulle modalità con cui condurre le indagini e su come supportare il Pubblico Ministero rivolta agli ufficiali impegnati nell’applicazione della legge.

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NO ALLO STUPRO E ALLE VIOLENZE SULLE DONNE NEI CONFLITTI DI GUERRA