Oggi Banca popolare Etica e la Campagna Italiana contro le mine sono state ascoltate in audizione alla Commissione Finanze del Senato nell’ambito dell’esame del disegno di legge sul contrasto al finanziamento delle imprese che producono mine anti-persona e bombe a grappolo. Per il Gruppo Banca Etica sono intervenuti Alessandra Viscovi, direttrice della società di gestione del risparmio del gruppo Etica sgr e Andrea Baranes, presidente della Fondazione Culturale di Banca Etica.

Si esclude chi produce armamenti. Da sempre in prima linea per contrastare i legami tra finanza e produzione e vendita di armi, il Gruppo Banca Etica ha seguito sin dai primi passi la formulazione del Disegno di Legge Amati AS 57 presentato al Senato della Repubblica e, nel corso della Legislatura XVI, le analoghe proposte di legge depositate nei due rami del Parlamento. Attraverso processi di valutazione, Banca Etica ed Etica sgr escludono esplicitamente il finanziamento e l’acquisto di azioni di tutte le imprese e le attività che non rispettano i diritti umani e l’ambiente, a partire dalle aziende che producono o commercializzano armamenti o parti di armamenti, indipendentemente dalla percentuale di fatturato.

Chi ha bandito le cluster bombs. La proposta di legge in esame è in linea e rafforza la Convenzione di Oslo, ratificata dall’Italia ed entrata in vigore nel 2010, che vieta non solo la produzione di mine antipersona e bombe a grappolo, ma anche i finanziamenti a chi produce e vende questi strumenti di morte. Il testo di legge è nato dal confronto con diverse iniziative legislative a livello internazionale che vanno nella stessa direzione: i Parlamenti di Belgio, Irlanda e Lussemburgo hanno già approvato infatti delle leggi che vietano gli investimenti nelle cluster bombs, mentre i fondi pensione di Nuova Zelanda, Norvegia e Svezia già da tempo hanno troncato qualsiasi legame con le compagnie produttrici.

I principi di fondo. I principi di fondo contenuti nel disegno di legge in discussione sono già stati portati all’attenzione di rilevanti associazioni di categoria del mondo bancario (ABI e Assogestioni)  in occasione degli incontri del Forum per la Finanza Sostenibile, registrando un sostanziale avallo rispetto alle indicazioni e ai divieti contenuti. Anche i cittadini e i risparmiatori stanno dimostrando un’attenzione crescente verso la responsabilità sociale e ambientale delle banche e delle società di gestione del risparmio, accordando un consenso sempre crescente alle  proposte di finanza etica:  è dunque prevedibile che la legge riscuoterà notevole apprezzamento.

”Una legge c’è: applichiamola”. Alla luce di queste considerazioni il Gruppo Banca Etica auspica una pronta approvazione della legge in discussione e chiede che, insieme alla nuova normativa, si torni a dare piena attuazione anche alla legge 185/1990, in merito alle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, che invece negli ultimi anni ha perso sostanziale trasparenza. http://www.repubblica.it/solidarieta/equo-e-solidale/2015/10/14/news/banca_etica-125044894/