Roma 31 agosto 2017: Aumenta il tributo pagato in termini di incidenti dovuti agli attacchi condotti con le munizioni cluster.

Viene presentato oggi a Ginevra, presso le Nazioni Unite, il Cluster Munition Monitor 2017[1]. La realtà contenuta nell’ottava edizione del Report descrive un aumento degli incidenti tra i civili dovuti all’uso di questi ordigni in Siria e Yemen, malgrado gli Stati continuino a ratificare ed implementare la Convenzione sulle Munizioni Cluster (CCM)[2] che mette al bando queste armi.

Secondo i dati contenuti nel Report 2017 sono stati identificati 971 nuovi incidenti dovuti a munizioni cluster durante il 2016, di cui 860 in Siria, e che rappresentano sicuramente una cifra minore rispetto a quella reale. Il numero degli incidenti registrati nel 2016 rappresenta più del doppio degli incidenti registrati nel 2015 (417) rendendolo il secondo dato annuale più alto[3] da quando viene pubblicato (2009).

Sulla base di circostanze in cui è stato possibile verificare lo status delle vittime i civili rappresentano il 98% (1% per gli sminatori ed 1%b per le Forze di sicurezza). I bambini rappresentano il 41% di coloro che rimangono coinvolti in incidenti con munizioni cluster. La maggior parte di questi incidenti avviene durante gli attacchi perpetrati con questi ordigni (837 in Siria e 20 in Yemen). In Laos si sono verificati 51 nuovi incidenti conseguenza di residuati di munizioni cluster usate negli anni ’60 e  ’70. Nuovi incidenti sono stati registrati in ben 10 paesi, anche se nuovi attacchi sono stati registrati solo in Siria ed in Yemen.

Due nuovi paesi hanno ratificato al CCM (il Benin ed il Madagascar), portando il totale degli Stati parte a 102. Altri 17 Stati hanno firmato ma non ancora ratificato la Convenzione. Lo scorso dicembre 141 Stati, inclusi 32 non firmatari, hanno adottato la risoluzione chiave dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sul supporto alla Convenzione sulle Munizioni Cluster.

Malgrado questi esempi di ferma determinazione di mettere al bando le bombe cluster, continua il loro impiego in Siria.  Le forze governative siriane hanno continuato ad utilizzare questi ordigni in almeno 238 attacchi registrati tra l’agosto 2016 ed il mese di luglio 2017. La Russia ha partecipato a operazioni militari congiunte con forze siriane fino al mese di settembre 2015. La coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha utilizzato munizioni cluster in Yemen, dove però in seguito alla condanna internazionale il numero degli attacchi con munizioni cluster è diminuito.

28 Stati Parte hanno completato la distruzione di circa 1.4 milioni di scorte di munizioni cluster, contenenti oltre 175 milioni di submunizioni. Questo dato rappresenta il 97% di tutte le munizioni cluster ed il 98% di tutte le submunizioni dichiarate come scorte all’interno della Convenzione. Tre Stati Parte  (Slovacchia, Spagna e Svizzera) nel corso del 2016, hanno distrutto 56.171 munizioni clsuter e 2.8 milioni di submunizioni.

Durante l’anno di riferimento del Report gli operatori hanno ispezionato e bonificato circa 88 km2 di territori contaminati a livello mondiale che ha portato alla distruzione di circa 140.000 submunizioni. Il Mozambico ha annunciato il completamento delle attività di bonifica dei suoi territori contaminati a dicembre 2016.

Ci sono ancora 26 Stati contaminati da munizioni cluster nel mondo, di cui 12 sono Stati Parte alla CCM. I continui conflitti ed i problemi di sicurezza internazionale, particolarmente in Siria e Yemen, ostacolano la bonifica delle munizioni cluster.

“ Un campo su cui contrastare l’oltraggioso proseguimento di uso di munizioni cluster, favorire l’implementazione della Convenzione e contrastare l’emergenza umanitaria prodotta dalle bombe cluster è quello finanziario” dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le mine onlus “ quello finanziario rappresenta un settore fondamentale da non trascurare su cui si può fare molto per favorire il disarmo umanitario per questo motivo abbiamo promosso il disegno di legge C4096 “Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo”[4] prosegue Schiavello “Attualmente il disegno di legge è alla Camera in attesa della calendarizzazione per l’approvazione definitiva, ma con la fine della legislatura alle porte si rischia che non venga approvato, malgrado abbia superato diversi esami parlamentari e ne sia riconosciuta la validità, lo spessore etico e la necessità”.

 

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