Cluster Munition Monitor 2025


Cluster Munition Monitor 2025: progessi e nuove sfide
(Ginevra – 15 settembre 2025) La convenzione del 2008 che vieta le munizioni a grappolo ha portato a significativi progressi umanitari. Solo nel 2024, come parte del loro impegno a bonificare le aree contaminate, gli Stati Parte della Convenzione sulle Munizioni a Grappolo hanno distrutto più resti di munizioni a grappolo rispetto ai cinque anni precedenti, liberando oltre 100 km² di terreno, rendendolo nuovamente sicuro e riducendo enormemente la minaccia per i civili.
Tuttavia, il Cluster Munition Monitor 2025 evidenzia sfide preoccupanti per la norma internazionale creata dalla convenzione, inclusa l’uscita senza precedenti della Lituania dal trattato — la prima volta che uno Stato abbandona una convenzione di disarmo umanitario — e l’uso continuato da parte di alcuni Stati non firmatari, tra cui Myanmar, Russia, Siria e Ucraina.
“Il Cluster Munition Monitor 2025 dimostra i molteplici modi in cui la convenzione continua a produrre risultati positivi in tutto il mondo. Allo stesso tempo, il crescente numero di vittime civili causate da quest’arma indiscriminata in Ucraina, così come gli attacchi con munizioni a grappolo che colpiscono civili in Myanmar e Siria, dimostrano quanto lavoro resti ancora da fare per raggiungere l’obiettivo di un mondo libero da munizioni a grappolo,” ha dichiarato Loren Persi, Impact Editor del Cluster Munition Monitor 2025.
Il report 2025 documenta i progressi compiuti nell’eliminazione di queste armi indiscriminate e nel rispondere all’impatto del loro uso passato. Evidenzia anche alcune battute d’arresto che minacciano la norma stabilita dalla convenzione.
Con 111 Paesi che hanno aderito alla Convenzione sulle Munizioni a Grappolo, il trattato ha consolidato una forte norma contro queste armi, che causano danni inaccettabili ai civili sia durante i conflitti sia per decenni dopo la loro fine. Nessuno Stato Parte ha usato, acquisito o trasferito munizioni a grappolo dopo l’adesione e tutti hanno distrutto le loro scorte, per un totale di quasi 1,5 milioni di munizioni a grappolo contenenti 179 milioni di submunizioni.
Il report documenta anche come lo stigma globale contro le munizioni a grappolo abbia influenzato il comportamento degli Stati al di là dei membri della convenzione. Nel periodo di riferimento, due Stati non firmatari — Israele e Cambogia — hanno protestato contro il presunto uso di munizioni a grappolo contro di loro.
Nonostante questi risultati, le munizioni a grappolo hanno causato oltre 1.200 vittime civili in Ucraina dall’invasione su larga scala da parte della Russia nel febbraio 2022, a dimostrazione del devastante impatto di queste armi sulle popolazioni civili.
Un piccolo numero di Stati non firmatari continua a usare queste armi, aumentando ulteriormente il numero delle vittime civili. Forze russe e ucraine hanno entrambe utilizzato munizioni a grappolo per tutto il 2024. Anche le Forze Armate del Myanmar e le ex forze del regime di Assad in Siria hanno usato queste armi in aree civili durante il periodo di riferimento, sebbene l’uso in Siria sembri cessato dalla caduta di Assad. Gli Stati Uniti hanno trasferito munizioni a grappolo all’Ucraina in almeno sette spedizioni separate tra luglio 2023 e ottobre 2024, includendo armi che apparentemente sono transitate attraverso la Germania, Stato Parte.
Oltre all’uso continuato da parte di Stati non firmatari, la Lituania è diventata il primo Paese a ritirarsi dal trattato nel marzo 2025, citando preoccupazioni per la sicurezza regionale. Questo ritiro ha suscitato una condanna diffusa da parte degli Stati Parte e della società civile e ha sollevato preoccupazioni sull’erosione delle norme del disarmo umanitario.
“Abbandonare una convenzione che vieta l’uso di un’arma indiscriminata a causa di un potenziale conflitto — proprio quando il divieto potrebbe essere applicato — mina gravemente la norma creata dalla convenzione, con implicazioni catastrofiche per il diritto internazionale che protegge i civili,” ha dichiarato Tamar Gabelnick, Direttrice della Cluster Munition Coalition. “Abbiamo già visto l’impatto che questa decisione ha avuto sul Trattato di messa al bando delle mine e gli Stati dovrebbero essere estremamente cauti rispetto a un più ampio effetto domino.”
Il report identifica anche bisogni critici nell’assistenza alle vittime, dove vincoli strutturali e risorse limitate continuano a ostacolare un adeguato sostegno ai sopravvissuti all’uso di munizioni a grappolo. Sebbene alcuni Stati Parte abbiano fatto progressi, l’accesso a cure mediche, riabilitazione e supporto psicosociale resta insufficiente, in particolare nelle aree rurali e colpite dai conflitti.
L’incontro di settembre 2025 degli Stati Parte a Ginevra sarà un’opportunità per discutere i risultati del report e affrontare l’impatto del ritiro della Lituania. La comunità internazionale si trova di fronte a una prova cruciale del proprio impegno a proteggere i civili e a sostenere le norme fondamentali della convenzione.
“Diciassette anni dopo l’adozione della Convenzione sulle Munizioni a Grappolo, sappiamo che queste armi possono essere eliminate,” ha dichiarato Tamar Gabelnick. “La comunità internazionale dovrebbe basarsi sui molteplici successi raggiunti finora, rafforzando ulteriormente questo trattato umanitario vitale e contrastando qualsiasi tentativo di indebolirne le norme.”
Il report chiede un rinnovato impegno negli sforzi di universalizzazione, in particolare nelle regioni in cui le munizioni a grappolo continuano a essere utilizzate, e un aumento degli sforzi per sostenere i sopravvissuti a queste armi indiscriminate.
_______________________________________________________________________________________________________________
Traduzione non ufficiale del Comunicato Stampa di ICBL
