L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione A/RES/69/293 del 19 giugno 2015, ha indetto la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sessuale nei conflitti.
È stata scelta la data del 19 giugno per commemorare l’adozione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1820 (2008) avvenuta appunto il 19 giugno del 2008, nel cui testo la violenza sessuale viene condannata come strategia di guerra ed impedimento alla costruzione della pace.
La ricorrenza ha come obiettivi quello di sensibilizzare sulla necessità di porre fine alle violenze sessuali commesse durante i conflitti, come arma di guerra; onorare le vittime e le sopravvissute alla violenza sessuale nel mondo; rendere omaggio a coloro che con coraggio hanno dedicato, ed in alcuni casi perso, la propria vita a sradicare questo crimine atroce.
“Troppo spesso le donne vengono considerate non solo come bottino di guerra, ma come vero e proprio campo di battaglia su cui esercitare violenza per umiliare e terrorizzare il nemico.” Dichiara Tibisay Ambrosini coordinatrice di Stop Rape Italia membro della International Campaign to Stop Rape and Gender Violence in Conflict1 “proprio per questo motivo in occasione del 19 giugno abbiamo deciso di lanciare la campagna “Il mio corpo non è un campo di battaglia ma…” per sensibilizzare la società civile su questo tipo di violenza che colpisce le persone più vulnerabili durante i conflitti e che viene usata come deterrente nei confronti di chi vuole far emergere la verità su un problema difficile per sua natura da quantificare”.
“L’iniziativa Il mio corpo non è un campo di battaglia ma… vuole contribuire a cambiare la cultura secondo cui è normale che durante i conflitti il genere umano abdichi a qualunque forma di coscienza e civiltà, non riconoscendo più alle donne il loro essere persone ma solo l’estensione di un potere avversario da annientare” dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le mine associazione che ha supportato l’avvio in Italia di Stop Rape Italia. “Con i video messaggi che perverranno realizzeremo uno spot indirizzato alle istituzioni così da riportare all’attenzione del mondo politico e diplomatico questo tema vecchio come il mondo, su cui però ancora con fatica si cerca di intervenire con regole certe.”
Per partecipare alla campagna Il mio corpo non è un campo di battaglia ma… basta andare sul profilo FB di Stoprapeitalia o della Campagna Italiana contro le mine come anche sui siti web www.stoprapeitalia.it e www.campagnamine.org, seguire le istruzioni e postare direttamente il video o inviarlo alla mail video@stoprapeitalia.it
Per informazioni e interviste: M.Tibisay Ambrosini 3481049619 Giuseppe Schiavello 3404759230
1 La International Campaign to Stop Rape and Gender Violence in Conflict è un’iniziativa nata dalla volontà delle Nobel per la Pace Jody Williams, Shirin Ebadi, Maired Maguire e Leymah Gbowee della Nobel Women’s Initiative e che conta su un Advisory Committee composto da 25 organizzazioni impegnate a livello internazionale, regionale e locale per fermare lo stupro come arma di guerra.