Dichiarazione sul ritiro di diversi Stati Parte dalla Convenzione di Messa al Bando delle Mine

La Campagna Italiana contro le Mine, membro della International Campaign to Ban Landmines (ICBL) colaureata Premio Nobel per la Pace 1997, esprime la più profonda preoccupazione per la decisione di Estonia, Lettonia e Lituania, formalizzata con il deposito degli strumenti di uscita presso le Nazioni Unite, di ritirarsi dalla Convenzione di Messa al Bando delle Mine Antipersona (APMBC).

La Campagna Mine inoltre segue con apprensione anche il percorso avviato da Finlandia e Polonia oltre alla dichiarazione espressa lo scorso 29 giugno dal Presidente ucraino Zelensky di uscire dalla Convenzione di Ottawa. Ricordiamo che a differenza della decisione presa da Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia e Polonia, l’uscita dell’Ucraina dalla Convenzione di Ottawa fino a quando il paese sarà in guerra, è un atto illegittimo proibito dall’art 20 della Convenzione stessa.

Questi ritiri rappresentano un precedente pericoloso in primis per la Convenzione di Messa al Bando delle Mine, ma più in generale rappresentano una minaccia per le norme di disarmo umanitario e per il Diritto Umanitario Internazionale e per le conquiste che questo rappresenta in tema di protezione e tutela delle popolazioni civili durante e post conflitto.

Rigettiamo fermamente la motivazione che le mine antipersona siano armi necessarie per la sicurezza nazionale, in particolare se si compara la loro scarsa utilità con l’enorme sofferenza che provocheranno anche a conflitto terminato. In questo particolare momento storico esprimiamo ancora maggior apprezzamento per la decisione delle Isole Marshall e del Tonga di aderire alla Convenzione di Messa al Bando delle Mine.

Chiediamo a tutti gli Stati Parte della APMBC, in particolare all’Italia, di agire diplomaticamente e politicamente per continuare a proteggere e promuovere l’Universalizzazione della Convenzione stessa, riaffermando il loro impegno verso tutti gli obblighi che hanno sottoscritto e di non far venir meno il coraggio dimostrato nel momento in cui scelsero di porre al centro delle loro politiche le motivazioni umanitarie su cui si fonda la Convenzione di Messa al Bando delle Mine.