ICBL condanna il ritiro della Lettonia dal Trattato contro le mine


(Ginevra – 17 aprile 2025) La Campagna Internazionale per la Messa al Bando delle Mine Antipersona (ICBL) condanna con fermezza la decisione affrettata e profondamente sbagliata della Lettonia di ritirarsi dal Trattato per la messa al bando delle mine, in seguito al voto espresso dal Parlamento lettone il 16 aprile. Si tratta di un passo grave e irresponsabile, che rappresenta un serio arretramento per gli sforzi globali di disarmo umanitario e mette in pericolo la vita dei civili.
“Con questa scelta, la Lettonia si unisce ufficialmente al gruppo di Stati paria che ignorano le norme umanitarie e mettono a rischio la protezione dei civili”, ha dichiarato Tamar Gabelnick, direttrice della Campagna Internazionale per la Messa al Bando delle Mine. “È incomprensibile e irresponsabile che la Lettonia pretenda di rafforzare la propria difesa reintroducendo armi indiscriminate e obsolete, che mettono a rischio la vita e l’integrità fisica dei civili — in particolare dei bambini. Con questo ritiro, la Lettonia rinnega 25 anni di progressi salvavita e si schiera dalla parte sbagliata della storia.”
Nei giorni precedenti al voto, membri dell’ICBL da tutto il mondo hanno inviato centinaia di messaggi ai parlamentari lettoni, esortandoli a non abbandonare il Trattato. Come risultato, l’ICBL è stata invitata a esporre la propria posizione alla Commissione Affari Esteri del Parlamento lettone — purtroppo, solo poche ore prima che la decisione venisse formalizzata. Nonostante gli appelli ricevuti, l’organo legislativo ha mostrato la volontà di procedere comunque, ignorando le gravi implicazioni umanitarie di tale scelta.
Tutti gli Stati membri dell’Unione Europea aderiscono al Trattato contro le mine. Con il ritiro, la Lettonia si isola dal consenso europeo e si avvicina a regimi che apertamente indeboliscono le norme umanitarie internazionali. Secondo quanto riportato dal Landmine Monitor 2024, gli unici governi che si ritiene facciano ancora uso di mine antipersona sono Russia, Myanmar, Corea del Nord e Iran.
“I legislatori lettoni vivono nell’illusione di poter reintrodurre le mine antipersona nel rispetto del diritto internazionale umanitario, e di utilizzarle come deterrente contro una possibile invasione russa. Ma questa convinzione è profondamente errata,” ha dichiarato Zoran Ješić, attivista dell’ICBL in Bosnia, sopravvissuto a una mina antipersona, oggi alla guida di un’organizzazione a supporto di persone con disabilità e vittime di mine.”
La decisione della Lettonia fa seguito all’annuncio, avvenuto lo scorso mese, con cui i ministri della Difesa di Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia hanno raccomandato il ritiro dal Trattato, mentre anche la Finlandia ha recentemente manifestato l’intenzione di fare lo stesso. Tutti questi Paesi sembrano voler procedere in maniera coordinata, e la Lituania esaminerà il disegno di legge per il ritiro nei prossimi giorni.
L’ICBL aveva già lanciato un allarme sulle intenzioni della Lettonia con una dichiarazione pubblica del 19 marzo 2025, invitando il governo a rivedere una linea d’azione tanto pericolosa. La dichiarazione è disponibile qui.
“Esortiamo la Lettonia – e tutti gli Stati che stanno valutando decisioni simili – a riconsiderare immediatamente”, ha aggiunto Gabelnick. “Uscire dal Trattato contro le mine non porta sicurezza. La sicurezza non può e non deve essere costruita sulla pelle dei civili. Non è mai troppo tardi per fare la cosa giusta.”
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Traduzione non ufficiale del Comunicato Stampa di ICBL