A un anno dal rinvio alle Camere del presidente della Repubblica, langue ancora in Parlamento la legge che proibisce investimenti in aziende coinvolte nella produzione di mine. A denunciare la disattenzione delle Camere è la onlus Campagna italiana contro le mine, nella XIV Giornata internazionale delle Nazioni Unite sul problema delle mine, che si celebra proprio il 4 aprile.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, nel messaggio per la ricorrenza ha invitato il mondo a non abbassare la guardia sul terrificante problema degli ordigni inesplosi, invi- tando i governi a non abbando- nare l’impegno finanziario e po- litico contro le mine antipersona e per lo sminamento. Ma è passato un anno dal rilievo del Qui- rinale, e il Parlamento non ha cor- retto e riapprovato il testo, né alla Camera né al Senato. «Avremmo voluto festeggiare questa importante data internazionale con l’approvazione – dice Giuseppe Schiavello, direttore della Campagna Italiana contro le mine – almeno in un ramo del Parlamento». La legge «che proibisce gli investimenti finanziari ad aziende internazionali ancora coinvolte nella fabbricazione di ordigni ormai banditi dal nostro Paese – spiega – è stata rinviata

alle Camere nel dicembre 2017 dal Presidente Sergio Mattarella per un vulnus Costituzionale facilmente sanabile». Una legge di fatto già approvata da entrambi i rami del Parlamento, che dunque «dovrebbe poter contare su un iter privilegiato». Così non è stato: «Nelle ultime settimane in Commissione Finanze e Tesoro del Se- nato – dice il direttore della Campagna – è stato regolarmente e tecnicamente disatteso». E questo nonostante «la disponibilità dichiarata e comprovata dei senatori, come Alberto Bagnai (Lega) presidente della commissione, Laura Bottici (M5s) che segue la legge dalla precedente legislatura, il relatore Leonardo Grimani (Pd) e diversi altri». Schiavello

ricorda che «anche il Presidente della Camera Roberto Fico si era unito a tale auspicio». Invece sembra che il ddl «Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo, conclude, «sia avviato al dimenticatoio dei buoni propositi».

«Non riusciamo a capire i motivi reali di questo stallo», commenta la presidente della Campagna, Santina Bianchini. «È una legge che certamente, al di la delle dichiarazioni di circostanza, potrebbe non essere ben vista – ragiona – e forse anche ben ostacolata dagli operatori di settore e dagli Enti chiamati a vigilare».

Intervista_mine_Schiavello_Avvenire_5apr2019