Mine Action
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Pilastri della Mine Action
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Paesi hanno sul proprio territorio mine
Quando si parla di Mine Action ci si riferisce ad un insieme coordinato di attività umanitarie, tecniche, educative e politiche volte a ridurre e, se possibile, eliminare la minaccia rappresentata da mine terrestri, ordigni inesplosi (UXO) e altri residuati bellici esplosivi (ERW), al fine di proteggere le persone, facilitare la ricostruzione post-conflitto e promuovere la pace e lo sviluppo sostenibile.
L’agenzia dell’ONU che si occupa di sminamento UNMAS (United Nations Mine Action Service) ha definito 5 pilastri sui quali si basa tutta l’attività di Mine Action. Questi sono: la bonifica, l’educazione al rischio di mine, l’assistenza alle vittime, l’advocacy e la distruzione delle scorte.
Bonifica. In senso ampio, comprende indagini, mappatura e segnalazione dei campi minati, nonché la rimozione effettiva delle mine dal terreno. Questo insieme di attività è spesso definito “sminamento”.
Esistono due tipi di bonifica: militare e umanitaria. La bonifica militare viene eseguita dai soldati per aprire un passaggio sicuro durante i conflitti. In questo caso, le mine vengono rimosse solo se bloccano percorsi strategici necessari all’avanzata o alla ritirata delle truppe. La bonifica umanitaria è molto diversa: mira a liberare il territorio affinché i civili possano tornare nelle loro case e riprendere la vita quotidiana senza la minaccia di ordigni esplosivi. Lo scopo dello sminamento umanitario è ripristinare la pace e la sicurezza a livello comunitario.
Educazione al Rischio da Mine (Mine Risk Education – MRE). Con questo termine cisi riferisce ad attività educative finalizzate a ridurre il rischio di lesioni causate da mine e ordigni inesplosi, attraverso la sensibilizzazione e la promozione di comportamenti sicuri mediante campagne informative, formazione ed educazione, e il coinvolgimento delle comunità.
La MRE assicura che le comunità siano consapevoli dei rischi e siano incoraggiate ad adottare comportamenti che riducano il pericolo per le persone, i beni e l’ambiente. L’obiettivo è ridurre il rischio a un livello tale da permettere una vita sicura e ricreare un ambiente favorevole allo sviluppo economico e sociale, libero dai vincoli imposti dalla contaminazione da ordigni esplosivi.
Assistenza alle Vittime. Fornire assistenza alle vittime è un elemento centrale dell’azione contro le mine e un obbligo per gli Stati Parte della Convenzione sulla messa al bando delle mine antipersona. L’Articolo 6 della Convenzione di Ottawa stabilisce che: “Ogni Stato Parte, se in grado di farlo, deve fornire assistenza per la cura, la riabilitazione e il reinserimento sociale ed economico delle vittime di mine e per i programmi di sensibilizzazione.”
L’assistenza viene fornita attraverso una serie di azioni concrete per rispondere ai bisogni immediati e a lungo termine dei sopravvissuti a incidenti con mine, delle loro famiglie, delle comunità colpite e delle persone con disabilità. L’assistenza include, ma non è limitata a: cure mediche d’emergenza e continuative, riabilitazione fisica, supporto psicosociale e inclusione sociale, oltre a leggi e politiche pubbliche che promuovano il trattamento, la cura e la protezione efficace di tutti i cittadini disabili.
Advocacy. Con questo termine si intendono tutte le attività messe in atto per supportare promuovere la messa al bando di mine. Azione di advcoacy è quella che mettono in campo le Nazioni Unite promuovendo attivamente la partecipazione universale agli accordi internazionali esistenti che vietano o limitano l’uso delle mine terrestri. Per monitorare lo stato di attuazione dei trattati, le Nazioni Unite partecipano e supportano regolarmente le riunioni degli Stati Parte.
Il primo e più importante di questi accordi è il Trattato sulla messa al bando delle mine antipersona, aperto alla firma nel 1997. Di pari rilievo è la Convenzione su alcune armi convenzionali, che si concentra sull’uso di trappole esplosive, mine anticarro e anti-veicolo. Le Nazioni Unite forniscono consulenza tecnica e specialistica agli incontri degli Stati Parte e aiutano a sviluppare le capacità nazionali per l’attuazione di questi strumenti.
Distruzione delle Scorte. Le mine antipersona immagazzinate superano numericamente quelle effettivamente posate nel terreno. In base all’Articolo 4 della Convenzione sulla messa al bando delle mine antipersona, gli Stati Parte devono distruggere le loro scorte entro quattro anni dalla ratifica della Convenzione. Sessantacinque Paesi hanno già distrutto le loro scorte, per un totale di oltre 37 milioni di mine. Altri 51 Paesi hanno dichiarato ufficialmente di non possedere scorte, mentre ulteriori tre Paesi hanno in programma di distruggerle entro la fine dell’anno.
L’UNMAS (Servizio delle Nazioni Unite per l’Azione contro le Mine) fornisce supporto tecnico per facilitare la distruzione delle scorte di ordigni esplosivi. Scorte di munizioni convenzionali gestite in modo inadeguato rappresentano una minaccia per la sicurezza pubblica e per quella degli Stati. UNMAS assiste anche nella corretta conservazione e ispezione. Questi progetti sono noti come gestione delle armi e munizioni (Weapons and Ammunition Management – WAM).