L’assistenza alle vittime >>>
Questa attività si articola in:
Interventi di emergenza rivolti a creare strutture sanitarie capaci di effettuare interventi di chirurgia ortopedica nel rispetto degli standard dei protocolli di intervento e attraverso la formazione e riqualificazione del personale sanitario. Costituzione dei centri di riabilitazione preposti alla produzione di protesi e ausili per la mobilità (stampelle e carrozzine) realizzati con una tecnologia compatibile all’ambiente e realizzata a costi contenuti. Ove fosse possibile, sarebbe auspicabile che le organizzazioni coinvolte in questo tipo di programmi di assistenza riuscissero a creare questi centri all’interno di strutture sanitarie pubbliche del Paese di intervento. L’isolamento geografico e politico, a causa dei conflitti presenti nei Paesi, spinge le organizzazioni di Mine Action, che curano questo aspetto di assistenza alle vittime, a realizzare progetti che prevedano la costituzione di laboratori ortopedici di produzione di protesi e ausili per la mobilità a basso costo e con tecnologia povera, usando materiale di riciclo o reperibile nell’ambiente circostante. Si usa cuoio, legno, bambù, copertoni di automobili riciclati e anche materiale bellico in disuso. Alle officine di produzione di materiale si associano sempre delle palestre a carattere riabilitativo per preparare la persona amputata al futuro utilizzo della protesi, non trascurando di insegnarne il corretto utilizzo in funzione dell’ambiente dove essa vive e lavora. I progetti condotti dalle organizzazioni umanitarie sono mirati a formare professionalmente personale locale con competenze tecniche e di gestione, affinché, in un secondo tempo, siano in grado di gestire direttamente le strutture sanitarie sostituendo totalmente le organizzazioni di mine action. L’Assistenza psicologica è necessaria dopo una ferita da mina-antipersona , in particolar modo quando l’amputazione riguarda ambedue le gambe. Spesso per le vittime è impossibile dedicarsi alla precedente occupazione che nella maggior parte dei casi è di tipo agricolo. Questo comporta un senso di depressione per essere inabili, per l’impossibilità di contribuire al sostentamento della propria famiglia e per il peso che si scarica sulla propria comunità. Per poter affrontare anche questo aspetto, diventa fondamentale avviare nuovi processi formativi attraverso i quali le persone disabili svolgano nuove professioni di tipo sedentario, quali, ad esempio, le attività artigianali.
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