Roma, (askanews) – Sono due perseguitati politici venezuelani, consiglieri del municipio di San Cristobal, una cittadina nelle Ande del Venezuela. Sono arrivati a Roma attraversando la frontiera Colombiana, e dal cinque giugno hanno iniziato lo sciopero della fame davanti a San Pietro, dove si sono accampati giorno e notte. La loro coperta è una bandiera rossa-blu e gialla, quella del Venezuela. Al collo un rosario. Sono Martin Paz e Josè Vicente Garcia, due giovani trentenni, dell’opposizione al governo venezuelano.
Chiedono di incontrare Papa Francesco per denunciare la violazione dei diritti umani nel loro Paese, per chiedere la liberazione dei prigionieri politici, e per denunciare la dittatura del presidente Maduro. Ma anche per domandare che le organizzazioni internazionali abbiano accesso al Paese.
“Siamo qui per rendere visibile ciò che è invisibile per la comunità internazionale – dice Martin – per parlare della violazione dei diritti umani, della repressione e della persecuzione che avvengono nel nostro Paese. Siamo qui nella speranza di poter incontrare il Papa per chiedere un ruolo di intermediazione della Chiesa e la liberazione dei prigionieri politici. Lo chiediamo al primo Papa latino-americano che conosce bene la situazione nel Sud-America”.
“Abbiamo intenzione di restare finchè ce la facciamo – prosegue Martin – vogliamo essere messaggeri di pace e di speranza, e siamo qui a nome degli oltre 70 prigionieri politici del Venezuela”.
“Il nostro è un governo dittatoriale e autoritario – afferma Josè Vicente – siamo qui non per un atto politico, ma per un’azione umanitaria. Vogliamo portare un messaggio di pace per il Venezuela e siamo sicuri che il Papa ci ascolterà”.
Il loro gesto – ne sono convinti – è la causa della cancellazione della visita del presidente Maduro dal Papa, prevista domenica 7 giugno, e annullata all’ultimo momento. “Il presidente Maduro si è inventato una scusa, che aveva un virus influenzale. Noi siamo convinti che il suo virus si chiami Martin Paz e Josè Vicente Garcia. Maduro ha evitato l’incontro con il Papa per paura, e questa è una grandissima sconfitta per il governo venezuelano”.