Mine Action, nessuna scusa per tornare all’uso delle mine antipersona

(Roma – 4 aprile 2025) Il 4 aprile ricorre la Giornata indetta dalle Nazioni Unite sul problema degli ordigni inesplosi e sostegno alla Mine Action. Il significato di questa Giornata oggi non lascia spazio a celebrazioni, ma si traduce nella necessità di riportare all’attenzione della comunità internazionale tutta, le violazioni ed i tentativi di indebolimento portati avanti nei confronti del Trattato di Messa al Bando delle Mine (APMBT) e della Convenzione sulle Munizioni Cluster (CCM) con una conseguenza diretta e negativa sulle attività che ricadono sotto i 5 pilastri della Mine Action.

A causa del conflitto in corso tra Ucraina e Russia, sulla base di una interpretazione dell’utilità dell’uso delle mine antipersona come fondamentali per la propria difesa, la Finlandia si sta preparando ad uscire dal Trattato di Ottawa. Altri quattro Stati Parte del Trattato di Messa al Bando delle Mine (APMBT), Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, stanno pensando di abbandonare la Convenzione che mette al bando questi ordigni.

Il Trattato, che ad oggi raccoglie l’adesione dell’80% dei paesi del mondo con i suoi 164 Stati Parte, è il risultato di un lavoro collaborativo tra organizzazioni della società civile e governi che avevano ben compreso la necessità di mettere al bando armi subdole e indiscriminate. La sua forza è stata tale da fare in modo che anche i paesi non firmatari ne rispettassero di fatto le norme, così come diversi gruppi armati non statali. In questo modo si sono salvate migliaia di vite ed evitati decine di migliaia di incidenti che avrebbero cambiato per sempre la vita dei sopravvissuti.

Ancora oggi il 90% delle vittime delle mine antipersona è rappresentato da civili, di cui il 40% sono bambini, e sono coloro che pagheranno l’indebolimento di questo Trattato, e della possibile riduzione dei fondi ad esso destinati. Le mine antipersona rappresentano non solo un  problema di sicurezza per i civili , ma anche di sussistenza e di sviluppo, tutte le attività necessarie per il raggiungimento degli SDGs ad esempio verranno impattate in maniera diretta o indiretta dalla difficoltà di proseguire con le attività di Mine Action” dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le Mine.

“ Auspichiamo che l’Italia voglia esercitare nei consessi demandati al confronto diplomatico,-continua il direttore di CICM–  tutta la sua reputazione di Paese credibilmente attivo e impegnato nella Mine Action per invitare gli Stati a non commettere l’errore di trascurare – nelle loro valutazioni- gli effetti devastanti sul piano umano, sociale, sanitario  ed economico per i quali  queste armi  sono state messe al bando un quarto di secolo fa. Effetti che, al di là di qualsiasi narrazione sono, comprovatamente, di gran lunga più dannosi di qualsiasi beneficio bellico”.

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Per informazioni e interviste

Giuseppe Schiavello 340/4759230 g.schiavello@campagnamine.org