La decisione della Lituania di ritirarsi dalla Convenzione sulle Munizioni a grappolo (CCM) rappresenta una minaccia per il diritto umanitario internazionale: la Campagna Italiana contro le mine si unisce alla Cluster Munition Coalition (CMC) nell’esortare le autorità lituane a invertire la rotta e a rientrare nella Convenzione
Comunicato stampa
(Roma, 11 luglio 2024) La Lituania ha deciso di ritirarsi dalla Convenzione sulle munizioni a grappolo del 2008, nonostante le conseguenze umanitarie, legali e politiche che tale decisione provocherà.
L’abbandono del trattato internazionale di messa al bando delle munizioni a grappolo costituisce una minaccia per l’umanità e un pericoloso precedente che metterà a rischio le vite dei civili, compresi i cittadini lituani, per decenni a venire.
“La decisione della Lituania purtroppo rischia di inviare un pericoloso messaggio al mondo intero in grado di indebolire il diritto umanitario internazionale dichiarando che questo può essere ignorato quando sorgono problemi di sicurezza nazionale” dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le mine “ Ci uniamo alla richiesta della Cluster Munition Coalition affinché le autorità competenti rivedano la decisione della Lituania e che il paese rimanga uno Stato Parte della CCM” conclude Schiavello.
“Le leggi per la protezione dei civili devono essere rispettate in ogni momento: in pace, in condizioni di maggiore insicurezza e soprattutto durante la guerra” dichiara Santina Bianchini presidente della Campagna Italiana contro le mine “Questo ritiro è un grande passo indietro per la Convenzione e per la stigmatizzazione globale contro le munizioni a grappolo. Invia il terribile segnale che la Lituania considera accettabile l’uso di queste armi. Inoltre, sminuisce la posizione della Lituania come membro responsabile della comunità internazionale impegnata a proteggere i civili. È altamente dannoso per gli sforzi globali volti a sradicare queste armi indiscriminate e a proteggere i civili dai loro effetti devastanti” prosegue Santini “e non ultimo rappresenta un insulto a tutti coloro che sono rimasti vittime di questi ordigni” conclude Santini.
Il Ministro della Difesa della Lituania ha iniziato a prendere in considerazione l’ipotesi di ritirarsi dalla Convenzione sulle munizioni a grappolo dopo che gli Stati Uniti hanno iniziato a rifornire l’Ucraina di munizioni a grappolo nel luglio 2023. Nel settembre dello stesso anno, il Ministro si è espresso a favore del ritiro della Lituania dalla Convenzione. Di recente ha presentato al governo un progetto di legge, che è stata approvata il 3 luglio 2024 e successivamente approvata dal Parlamento.
La Convenzione sulle munizioni a grappolo è uno strumento “salvavita” che vieta l’uso di queste armi e richiede la distruzione delle scorte, la bonifica e l’assistenza alle vittime di questi ordigni. Non sono stati confermati rapporti o accuse di nuovo uso, produzione o trasferimento di munizioni a grappolo da parte di alcuno Stato parte da quando la Convenzione è stata adottata a Dublino, in Irlanda, il 30 maggio 2008.
Il Ministro della Difesa della Lituania sembra vedere un’utilità militare nelle munizioni a grappolo in caso di aggressione russa, ma la Lituania non ha mai usato, prodotto, trasferito o immagazzinato munizioni a grappolo. La Lituania e gli altri Stati che hanno negoziato la Convenzione hanno accettato che qualsiasi beneficio militare percepito di breve durata derivante dalle munizioni a grappolo sarebbe stato di gran lunga superato dal danno certo, duraturo e inaccettabile che esse causano ai civili.
Essendo un’arma che sparge le submunizioni su un’ampia area delle dimensioni di un campo da calcio, le munizioni a grappolo non possono distinguere tra civili e combattenti. L’alto tasso di malfunzionamento che le caratterizza fa sì che lascino dietro di sé un’eredità mortale di resti esplosivi che rappresentano una minaccia per decenni dopo la fine dei conflitti. Secondo il Cluster Munition Monitor, il 95% delle vittime di munizioni a grappolo nel 2022 erano civili, di cui il 71% erano bambini.
Ad oggi, 124 Stati hanno aderito alla Convenzione, tra cui 24 Stati membri della NATO e 21 dell’Unione Europea. Questo ampio sostegno dimostra come la maggior parte dei Paesi, compresi molti dei più stretti alleati della Lituania, siano favorevoli alla messa al bando delle munizioni a grappolo. La stessa Lituania ha espresso il suo forte sostegno al bando delle bombe cluster quando lo ha negoziato e firmato nel 2008. Secondo il Cluster Munition Monitor, la Lituania ha dichiarato in precedenza di “non possedere munizioni a grappolo e di non aver mai prodotto, usato, stoccato o trasferito tali armi in passato”.
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Per interviste
Giuseppe Schiavello 340/4759230