Altri morti per mine antipersona mentre i paesi si riuniscono per la riunione del Trattato di messa al bando.* Aumentano i finanziamenti e gli sforzi internazionali per lo sminamento.

Comunicato stampa

(Roma 20 novembre 2024) Viene presentato oggi la 26° edizione del rapporto annuale Landmine Monitor Report** a cura della Campagna Internazionale per la Messa al Bando delle Mine (ICBL) che valuta la risposta della comunità internazionale alla situazione globale delle mine, anno solare 2023, con l’inclusione di informazioni fino all’ottobre 2024, laddove possibile. La presentazione anticipa di qualche giorno la storica Quinta Conferenza di Revisione del Trattato sulla Messa al Bando delle Mine, che si aprirà a Siem Reap, in Cambogia, il 25 novembre.

Il Landmine Monitor 2024 fornisce una panoramica globale degli sforzi per l’universalizzazione del Trattato per la messa al bando delle mine e la sua piena attuazione, per garantire la bonifica delle aree contaminate, fornire un’educazione al rischio alle comunità colpite e assistere le vittime di queste armi.

Il rapporto descrive un preoccupante aumento delle nuove vittime delle mine, riportando un numero sconvolgente di civili uccisi o feriti da questi ordigni, compresi i bambini. Riferisce di notevoli progressi nella bonifica dei terreni minati e un significativo aumento dei finanziamenti globali per il settore dell’azione contro le mine, con un totale annuo che ha superato il miliardo di dollari.

Viene inoltre documentato l’allarmante uso delle mine antipersona da parte di Stati che non hanno aderito al Trattato sulla messa al bando delle mine, tra cui l’aumento e il continuo utilizzo da parte del Myanmar e della Russia nonché il nuovo uso da parte dell’Iran e della Corea del Nord.

L’uso estensivo di mine antipersona da parte della Russia in Ucraina, dopo l’invasione su larga scala del Paese nel 2022, è un’azione senza precedenti di dispiegamento di mine antipersona da parte di uno Stato non appartenente al Trattato all’interno del territorio di uno Stato Parte. Il rapporto registra nuovi casi di mine antipersona da parte delle forze governative e dei gruppi di opposizione in Myanmar. Tale uso è stato documentato ogni anno da quando è stato pubblicato il primo rapporto di Landmine Monitor nel 1999.

Nel 2023 e nel 2024 i gruppi armati non statali hanno utilizzato soprattutto mine antipersona improvvisate in Colombia, India, Myanmar, Pakistan e Palestina (Gaza) e sempre più spesso nella regione dell’Africa del Sahel.
“Auspichiamo che in occasione della 5° Conferenza di Revisione che si svolgerà in Cambogia dal 24 al 29 Novembre, gli Stati ribadiscano in maniera chiara e unanime che l’uso di mine antipersona da parte di qualsiasi attore, in qualsiasi circostanza, è inaccettabile e deve essere condannato” dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le mine. “Sarebbe importante che gli Stati inoltre tornassero allo spirito originale del Trattato di Ottawa, e concentrandosi sull’obiettivo primario che è quello di salvare delle vite, e nel caso delle vittime, di ricostruire delle vite, si impegnino con nuovo impulso nell’Universalizzazione della messa al bando di questi ordigni” conclude Schiavello.

Il Report riporta almeno 5.757 morti e feriti a causa di mine e residuati bellici esplosivi in tutto il mondo nel 2023. Nello stesso anno, il Myanmar ha registrato per la prima volta il più alto numero di vittime annuali (1.003).
I civili hanno continuato a subire i danni causati da queste armi, rappresentando l’84% delle vittime registrate di cui è noto lo status. I bambini rappresentano più di un terzo di tutte le vittime civili. Malgrado ciò, in molti paesi le risorse per i programmi di assistenza alle vittime delle mine terrestri sono stati limitate e in molti casi la disponibilità di servizi è diminuita.

La 5° Conferenza di Revisione del Trattato di Messa al Bando delle mine deve essere l’occasione per gli Stati di rinnovare il proprio impegno a fornire servizi appropriati, accessibili ed inclusivi alle vittime” dichiara Santina Bianchini Presidente della Campagna Italiana contro le mine. “Supportare le vittime, favorendo il loro reinserimento socioeconomico, non è solo parte di un percorso di recupero, ma elemento fondamentale per la ricostruzione post conflitto di un paese” conclude Bianchini.

In tutto il mondo, almeno 58 Paesi e aree sono ancora contaminati dalle mine. Tuttavia, nel 2023 si è assistito a un’evoluzione positiva: i 33 Stati con obblighi di sminamento ai sensi del trattato hanno riportato un significativo 281,5 km2 di terreno bonificato durante l’anno, pari a un’area più grande del Regno Unito. Si tratta della più grande area bonificata dal 2019, anno in cui questi Stati si sono impegnati a fare progressi nello sminamento “nella massima misura possibile entro il 2025”. Cambogia e Croazia hanno fatto da apripista, con oltre 209 km2 o il 75% del terreno totale bonificato nel 2023.

Il Landmine Monitor 2024 riferisce che 12 Stati, tutti non firmatari del Trattato per la messa al bando delle mine, rimangono nell’elenco di coloro che sviluppano, producono o acquistano mine, tra cui India, Iran, Myanmar, Pakistan, Russia e Corea del Sud.
Il rapporto 2024 mostra un aumento storico dei finanziamenti globali per l’azione contro le mine, superando per la prima volta il miliardo di dollari.

Si tratta di un aumento del 12% (112,1 milioni di dollari) rispetto al 2022, in gran parte guidato dal sostegno all’Ucraina, che ha ricevuto 308,1 milioni di dollari di assistenza internazionale nel 2023. Tuttavia, il rapporto solleva preoccupazioni per la diminuzione dei finanziamenti per lo sminamento in altri Paesi fortemente colpiti, tra cui l’Afghanistan e lo Yemen, dove anche i servizi di assistenza sanitaria e di servizi di riabilitazione rimangono gravemente sottofinanziati.

* Il Trattato sulla messa al bando delle mine è entrato in vigore il 1° marzo 1999. Proibisce l’uso, lo stoccaggio, la produzione e il trasferimento di mine antipersona, e richiede l’assistenza alle vittime, la bonifica delle aree mine e la distruzione delle scorte presenti negli arsenali. Attualmente sono 164 gli Stati firmatari del trattato; gli ultimi Paesi ad aderirvi sono stati la Palestina e lo Sri Lanka nel 2017.

**Landmine and Cluster Munition Monitor è l’iniziativa della società civile che si occupa di ricerca e monitoraggio per la Campagna internazionale per la messa al bando delle mine (ICBL) e la Coalizione per le munizioni a grappolo (CMC).

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Per interviste:
Giuseppe Schiavello
g.schaivello@campagnamine.org

3404759230

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