Il successo nell’eliminazione delle Bombe Cluster rafforza l’urgenza di fermare nuovi attacchi da parte degli Stati che si ostinano nel loro utilizzo 

Comunicato stampa 

Roma 30 agosto 2018: a dieci anni dalla sua adozione la Convenzione sulle Munizioni Cluster (CCM) registra un impressionante record di successi dovuti al determinato impegno dimostrato dagli Stati Parte nell’adempiere alle disposizioni vincolanti contenute nella Convenzione, questo è quanto emerge dal Report annuale presentato oggi dalla Cluster Munition Coalition (CMC) presso le Nazioni Unite a Ginevra.

Il Cluster Munition Monitor è giunto alla sua nona edizione ed è stato curato dalla Cluster Munition Coalition. Il report fotografa le attività relative all’anno 2017 includendo informazioni con riferimento fino ad agosto 2018 possibilmente e copre, facendo riferimento alla Convenzione sulle Munizioni Cluster come principale quadro di riferimento, l’andamento internazionale della politica di messa al bando, identificazione e bonifica delle zone contaminate, distruzione di scorte, incidenti causati da questi ordigni e gli sforzi per garantire sia i diritti sia che vengano soddisfatti i bisogni delle vittime.

Il report verrà distribuito a Ginevra in occasione dell’8 Meeting degli Stati Parte alla Convenzione sulle Munizioni Cluster che si svolgerà a Ginevra presso le Nazioni Unite dal 3 al 5 settembre.

Un primo segnale di successo contenuto nel Cluster Munition Monitor 2018 è rappresentato dai risultati ottenuti nella distruzione delle scorte di munizioni cluster. Nel 2017 sono state distrutte da sette Stati Parte un totale di 33.551 munizioni cluster e oltre 1.7 milioni di submunizioni. Inoltre, Croazia, Cuba Slovenia e Spagna hanno completato la distruzione delle loro rispettive scorte.

Con l’accesso dello Sri Lanka (marzo 2018) il numero degli Stati Parte alla Convenzione sulle Munizioni Cluster (CCM) è salito a 103. Altri 17 Stati hanno firmato ma non ancora ratificato la Convenzione.

Nel mese di dicembre 142 Stati, tra sui 32 non firmatari della CCM hanno adottato una Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a supporto della Convenzione sulle Munizioni Cluster. Gli unici due paesi a votare contro sono stati la Russia e lo Zimbabwe.

Il fatto che molti Stati che pur non avendo ancora firmato la Convenzione che mette al bando le munizioni cluster esprimano il loro sostegno attraverso una Risoluzione ONU e condannando nuovi usi di questi ordigni, ci dimostra che, come fu per le mine, lo stigma contro queste armi cresce sempre di più” dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le mine “Proprio per questo motivo dobbiamo intensificare gli sforzi per arginare questi ordigni anche dal punto di vista finaziario come stiamo cercando di fare con l’approvazione immediata del ddl S1 “Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo1 indispensabile strumento normativo per il contrasto a ordigni”conclude Schiavello

1 Approvato dall’Assemblea della Camera dei Deputati (C.4096) il 3 ottobre 2017 con votazione nominale a scrutinio simultaneo: favorevoli 389, contrari 0, astenuti 3, votanti 389, presenti 392, in data 27 ottobre 2017 è stata rinviata alle Camere dal Presidente della Repubblica con messaggio motivato per una nuova deliberazione ai sensi dell’articolo 74 della Costituzione indicando un vulnus costituzionale al Comma 2 dell’art 6.

Assegnato in data 07 novembre 2017 alla VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato (S.57 BIS) è stato emendato al fine di recepire l’appunto di nota di rinvio alle Camere apportando un emendamento al Comma 2 dell’art 6 (Sanzioni) della legge.

Secondo il Cluster Munition Monitor 2018 sono stati registrati 289 nuovi incidenti causati da munizioni cluster. Il numero riportato però è sicuramente inferiore rispetto all’effettivo totale.

Sono stati registrati incidenti causati da munizioni cluster in 8 paesi e due altre aree nel 2017. Il paese dove è stato registrato il più alto numero di incidenti è la Siria con 187 incidenti riportati (negli ultimi 5 anni il 77% degli incidenti provocati dalle munizioni cluster registrati a livello mondiale è accaduto in Siria) mentre 32 incidenti sono stati riportati in Laos a causa delle munizioni cluster residuo dei bombardamenti da parte degli Stati Uniti nel 1960 e 1970.

A livello mondiale il 99% degli incidenti riportati nel 2017, dove lo status era disponibile, ha coinvolto civili.

Il dato sugli incidenti di offre lo spunto per una riflessione sulla pericolosità di queste armi che sono in grado di provocare vittime non solo durante i conflitti come in Siria e Yemen, ma anche in paesi come il Laos dove rappresentano l’eredità di conflitti conclusi oltre vent’anni fa” dichiara Santina Bianchini Presidente della Campagna Italiana contro le mine “ questo ci dimostra quanto siano importanti le attività di individuazione e bonifica delle aree contaminate unitamente alla condanna dell’uso di questi ordigni che colpiscono in particolar modo i civili” conclude Bianchini.

Relativamente all’impiego di questi ordigni le forze del governo siriano hanno continuato ad utilizzare munizioni cluster con il supporto della Russia nello scorso anno.

Anche in Yemen è proseguito l’impiego di munizioni cluster da parte della coalizione guidata dall’Arabia Saudita, ma c’è stata una significativa diminuzione di attacchi riportati.

Nessuno dei paesi che ha utilizzato munizioni cluster in Siria e in Yemen ha firmato la Convenzione sulle Munizioni Cluster.

Al mondo rimangono26 Stati contaminati da questi ordigni, compresi 12 Stati Parte della Convenzione sulle Munizioni Cluster. Nessuno Stato ha completato nello scorso anno l’attività di bonifica.

La Convenzione sulle Munizioni Cluster (CCM) è stata adottata e aperta alla firma nel 2008, entrando in vigore il 1° agosto 2010. Il testo del trattato proibisce le munizioni cluster, impone la distruzione delle scorte in 8 anni e la bonifica delle zone contaminate da munizioni cluster in 10 anni e il fornire assistenza alle vittime di questi ordigni.

Le munizioni a grappolo sono sparate da artiglieria, da razzi o lanciate da aerei, una volta aperte in aria rilasciano bombe a grappolo più piccole o submunizioni con una copertura pari a quella di un campo da calcio.

Spesso le submunizioni non esplodono al primo impatto, lasciando sul terreno dei residuati pericolosi quanto e come le mine antipersona fino a che non vengono rimose e distrutte.

Per interviste:

Giuseppe Schiavello 340/ 4759230

Per materiali:

Tibisay Ambrosini 348/1049619

t.ambrosini@campagnamine.org