Da sabato 3 ottobre nelle librerie italiane, associato a una copia dell’Atlante delle guerre e dei conflitti, esce un aggiornamento dedicato allo sviluppo del Covid19 e ai suoi riflessi sugli equilibri geopolitici mondiali. L’aggiornamento di 32 pagine è dedicato allo sviluppo della pandemia non solo dal punto di vista sanitario, ma entra nel dettaglio di quali sono state le principali strategie per contenerla e sconfiggerla. E soprattutto quali sono state le conseguenze socio-economiche e politiche a livello mondiale. Descrive inoltre i riposizionamenti strategici e militari, la rete delle alleanze internazionali, gli scontri che la pandemia ha alimentato o creato, la tregua inascoltata  lanciata dall’Onu e dal Papa  e i casi in cui la “scusa” della pandemia ha permesso leggi speciali e la sospensione dei diritti. Con una ricca presenza di infografiche, cartine geografiche e le fotografie di Fabio Bucciarelli realizzate per il New York Times.

Dall’editoriale di Raffaele Crocco direttore del Progetto Atlante delle guerre
 “Ci abbiamo sperato, diciamolo: per lungo tempo abbiamo sperato che la grande crisi nata dal Covid19 creasse le condizioni per un Mondo migliore. Non sarà così. Sarà semplicemente un Mondo diverso. La pandemia non ha riequilibrato la distribuzione della ricchezza. Mancano i dati, ma l’impressione è che i ricchi lo siano diventati un po’ di più. Certo, il Pil mondiale è crollato ovunque, con punte del 30% negli Stati Uniti nei primi sei mesi del 2020, del 10-12% nell’Unione Europea, del 25% in Africa. Ma ad essere colpiti sono stati soprattutto i poveri. L’economia informale, quella di strada, che consentiva a miliardi di persone di vivere in Africa, America Latina e Asia, è stata spazzata via. I lavoratori dipendenti di Europa e Stati Uniti hanno visto i loro posti di lavoro sfumare, spesso con scadenti ammortizzatori sociali a disposizione. E mentre tutto questo accade, alcune cose non si fermano, immense risorse – che potrebbero essere impiegate per contrastare l’epidemia sul piano sanitario, sociale ed economico – vengono investite in altro. Ad esempio, in armi…”

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Qui in particolare troverete l ‘articolo di Giuseppe Schiavello, Direttore ItCBL Campagna Italiana Contro le Mine

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