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CS- Lancio nuovo Cluster Munition Monitor 2021 (1)

COMUNICATO STAMPA

Comunicato stampa – (Roma 15 Settembre 2021): il Cluster Munition Monitor 2021, lanciato oggimostra come gli sforzi a livello mondiale per eliminare e stigmatizzare le munizioni a grappolo attraverso il trattato internazionale di messa al bando proseguano rapidamente, malgrado le dislocazioni e gli sconvolgimenti causati dalla pandemia di COVID-19. Il rapporto giunge mentre gli Stati Parte della Convenzione si preparano a riunirsi per la Seconda Conferenza di Revisione della Convenzione sulle Munizioni Cluster (2) (20-21 Settembre), in cui adotteranno un piano d’azione per i prossimi 4 anni.

Nel periodo preso in considerazione dal Monitor, tra agosto 2020 e luglio 2021, munizioni a grappolo sono state usate in Siria (l’unico paese in cui si è registrato un uso continuo di queste armi dal 2012) e nel conflitti del Nagorno Karabakh da Armenia ed Azerbaijan. Nè l’Armenia nè l’Azerbaijan hanno aderito alla Convenzione sulle Munizioni Cluster, che conta 110 Stati Parte e 13 firmatari. La Cluster Munition Coalition (CMC) di cui la Campagna Italiana contro le mine è parte, esorta i paesi non firmatari ad adottare misure per rinunciare a quest’arma e aderire senza indugio alla Convenzione.

Per proseguire l’opera di stigmatizzazione ed eliminazione delle munizioni a grappolo, e delle sofferenze che esse provocano, riteniamo sia fondamentale che i paesi che ancora non hanno aderito alla Convenzione sulle Munizioni Cluster procedano in questa direzione al più presto e senza ulteriori ritardi, in particolare che gli Stati firmatari completino il loro iter per diventare Stati Parte della Convenzione il prossimo appuntamento di settembre potrebbe essere un buon momento per tali dichiarazioni” dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le mine “ inoltre auspichiamo che gli Stati Parte in occasione della Seconda Conferenza di Revisione condannino in maniera chiara e ferma l’uso di queste armi in qualunque circostanza e da chiunque, producendo un documento finale chiaro ed inequivocabile” conclude Schiavello.

Globalmente, il Monitor ha registrato circa 360 nuove vittime nel 2020 causati sia da attacchi con munizioni a grappolo (142) sia da residuati di queste armi (218). Questo rappresenta un continuo aumento dai totali annuali aggiornati nel 2019 (317 vittime) e nel 2018 (277 vittime). Il numero reale di nuove vittime è probabile sia molto più alto in quanto molti non sono stati registrati a causa delle difficoltà con la raccolta dei dati.

Il più alto numero di vittime derivanti da attacchi con munizioni a grappolo è stato registrato in Azerbaijan (107).

Nessuno dei 16 paesi che ancora producono, o si riservano il diritto di farlo, hanno aderito alla Convenzione sulle Munizioni Cluster. Inoltre Cina e Russia stanno svolgendo ricerche e sviluppando nuovi tipi di munizioni a grappolo.

Riteniamo che un terreno d’azione utile per contrastare l’uso di queste armi sia quello finanziario, per questo motivo auspico che il disegno di legge “Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo”, che dovrebbe essere discussa alla Camera nelle prossime settimane, venga definitivamente approvata” dichiara Santina Bianchini Presidente della Campagna Italiana contro le mine.

1 Landmine and Cluster Munition Monitor
Il Monitor è un’iniziativa della società civile che fornisce ricerca e monitoraggio per la Campagna internazionale per la messa al bando delle mine terrestri e la Coalizione delle munizioni a grappolo (ICBL-CMC) in grado di descrivere lo stato di avanzamento nell’implementazione sia del Trattato di messa al bando delle mine, sia della Convenzione sulle Munizioni Cluster.
In particolare il Cluster Munition Monitor 2021 esamina come gli stati stiano lavorando per implementare e aderire al divieto di munizioni a grappolo, garantire l’eliminazione dei resti di munizioni a grappolo, fornire educazione al rischio e assistere le vittime di queste armi indiscriminate. Il rapporto si concentra sull’anno solare 2020 con informazioni incluse fino ad agosto 2021, ove possible. www.the-monitor.org

Convenzione sulle Munizioni Cluster
La convenzione vieta l’uso delle munizioni a grappolo, richiede la distruzione delle scorte, la bonifica delle aree contaminate, la fornitura di educazione alla riduzione del rischio e l’ assistenza per le vittime di queste armi.
Lanciate da terra o da aereomobili, le munizioni a grappolo sono costituite da contenitori che si aprono e disperdono le submunizioni indiscriminatamente su una vasta area. Molte submunizioni non riescono a detonare come previsto lasciando una scia di resti esplosivi e submunizioni che minacciano vite umane e negano l’accesso alla terra arabile, creando barriere allo sviluppo socio- economico.

Attualmente 123 paesi hanno aderito alla convenzione. L’ultimo paese ad aderire è stato Santa Lucia a settembre 2020. www.clusterconvention.org

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http://www.the-monitor.org/media/3299952/Cluster-Munition-Monitor-2021_web_Sept2021.pdf

Per interviste:

Giuseppe Schiavello direttore Campagna Italiana contro le mine – 340/4759230

g.schiavello@campagnamine.org

Per informazioni e materiali:

Tibisay Ambrosini – 3481049619 t.ambrosini@campagnamine.org

GRAZIE PER AVER DANZATO PER NOI

27 marzo 2002 – Carla Fracci, il balletto del Teatro dell’Opera di Roma e 28 attori si esibiscono nello spettacolo Butterfly & Parrots per ricordare il dramma delle mine e degli ordigni inesplosi.

Grazie per aver danzato per tutte le vittime delle mine antipersona

Un privilegio immenso di cui saremo sempre grati e fieri.

Il più grande applauso dai dimenticati di tutto il mondo che hai voluto far parlare attraverso la straordinaria e inarrestabile forza del tuo danzare.

Indimenticabile.

CS – L’ITALIA CONTINUI A DARE L’ESEMPIO

GIORNATA INTERNAZIONALE INDETTA DALLE NAZIONI UNITE SUL PROBLEMA DELLE MINE, ORDIGNI INESPLOSI E SOSTEGNO ALLA MINE ACTION 2021
COMUNICATO STAMPA

L’ITALIA CONTINUI A DARE L’ESEMPIO

COMUNICATO STAMPA – (Roma 4 aprile 2021) Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale voluta dalle Nazioni Unite con la Risoluzione A/RES/60/97 per promuovere maggiore conoscenza e supporto sul problema delle mine e degli ordigni inesplosi, un vero e proprio strumento di advocacy per eradicare definitivamente questa minaccia dal mondo.

Il Trattato di messa al bando delle mine (1997) e la Convenzione sulle Munizioni Cluster (2008) rappresentano le due cornici legali internazionali di riferimento per impedire l’uso, la produzione, il commercio e lo stoccaggio di mine antipersona il primo e di munizioni cluster il secondo.

Il Trattato di messa al bando delle Mine rappresenta uno dei trattati sul disarmo umanitario con più adesioni, l’80% dei paesi ha infatti aderito (164 stati). Ad oggi sono stati distrutti oltre 55milioni di mine presenti negli arsenali e 30 paesi si sono dichiarati liberi dalle mine, ultimi in termini di tempo il Cile ed il Regno Unito lo scorso anno. Restano al mondo 60 paesi inquinati da mine e/o munizioni cluster.

Mine antipersona continuano ad essere usate dal governo del Myanmar così come da alcuni gruppi armati non statali presenti in alcuni paesi. Il 2019 è stato il quinto anno consecutivo con un alto numero di incidenti, ne sono stati registrati oltre 5000, a causa dell’uso indiscriminato di mine in particolare quelle definite improvvisate, oltre ad altri residuati bellici esplosivi. Sono 34 gli Stati che ancora detengono scorte di mine e 32 quelli che ancora non hanno aderito al Trattato di messa al bando.

Le munizioni cluster sono state usate lo scorso anno nel conflitto in Nagorno Karabakh, e sono ancora utilizzate, in maniera continuativa dal 2012, in Siria.
Il 99% delle scorte di questi ordigni detenuti dagli Stati Parte alla Convenzione è stato distrutto e sei paesi si sono dichiarati liberi dalle munizioni cluster, tra cui Croazia e Montenegro lo scorso anno.

“In questa Giornata celebriamo le vite salvate e le terre restituite libere da ordigni inesplosi alle popolazioni, attraverso il rispetto dei due Trattati di disarmo umanitario che mettono al bando mine e munizioni cluster e alle attività di mine action. Ma vogliamo anche ricordare tutti coloro che, ancora oggi, sono vittime di questi ordigni, che hanno perso la vita o sono rimasti gravemente feriti, o ancora sono ostaggio di queste armi perché a causa loro non possono fare ritorno in sicurezza nelle proprie case” dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le mine “ l’unico modo per garantire che queste armi non vengano usate mai più, evitando future sofferenze, è fare in modo che i paesi che ancora non l’hanno fatto aderiscano al più presto ai due trattati, e supportare la piena implementazione degli stessi da parte degli stati parte. Negare i finanziamenti ad aziende straniere che si ostinano a produrre semi di carneficina è un dovere che non può più essere rinviato ”(…) aggiunge Schiavello – “La Campagna Italiana Contro le Mine chiede la rapida e definitiva approvazione la proposta di legge 1813 “Misure per contrastare il finanziamento di imprese produttrici di mine, munizioni e submunizioni a grappolo” confermando l’impegno del nostro Paese in ambito di cooperazione e mine action riconosciuto a livello internazionale” conclude Schiavello.

Come Campagna Italiana contro le mine cogliamo l’occasione del 4 aprile per condannare ogni uso di mine e munizioni cluster, compiuto da chiunque e in qualunque luogo. In particolare, chiediamo di fermare l’uso di mine da parte del governo in Myanmar e l’uso delle munizioni cluster in Siria” dichiara Santina Bianchini Presidente della Campagna Mine “ Per quest’anno inoltre è stata programmata la seconda parte della 2° Conferenza di Revisione della Convenzione sulle Munizioni Cluster posticipata a causa del COVID19 al prossimo giugno, auspichiamo che il nostro paese possa parteciparvi presentando il Pdl 1813 definitivamente approvato e soprattutto che la Conferenza adotti una dichiarazione che condanni in maniera forte e chiara qualunque uso di munizioni cluster, effettuato da chiunque sotto qualunque circostanza, unitamente ad una roadmap per incrementare l’universalizzazione della Convenzione” conclude Bianchini.

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Per interviste
Giuseppe Schiavello 340/4759230 g.schiavello@campagnamine.org

Per materiali
Tibisay Ambrosini348/1049619 t.ambrosini@campagnamine.org

Paola Biocca Rehabilitation Project

Migliaia di persone continuano ad essere uccise e ferite ogni anno da mine e armi esplosive nei conflitti in tutto il mondo, mentre la pandemia di COVID-19 ha costretto a ridimensionare gli sforzi di bonifica umanitaria e assistenza alle vittime. Le persone con disabilità, inclusi i sopravvissuti, spesso sperimentano difficoltà insormontabili per accedere ai servizi. Continuare – malgrado tutto – ad assicurare l’assistenza a sostegno delle persone che si rivolgono al centro è la migliore testimonianza di cui siamo stati capaci.

Giuseppe Schiavello

Brochure – Paola Biocca Rehabilitation Project

MineaAwarenessDay

Landmines are among the most insidious and cruel weapons of all, because they do not distinguish between armed soldiers, civilians or even children. According to the Landmine Monitor 2020, explosive devices hidden in the ground killed or injured at least 5,554 people worldwide last year alone – that’s an average of 15 deaths and serious injuries per day. With her International Campaign to Ban Landmines (ICBL), Professor Jody Williams (70) has been advocating a ban on landmines for almost 30 years. Together with her campaign for the banning of landmines she received the Nobel Peace Prize in 1997 for her commitment.

Professor Williams, thank you for taking the time for this interview with the Faces of Peace initiative. To begin, we would first of all like to ask you: What does “peace” mean for you personally?

Peace is not simply the absence of armed conflict. That is the baseline on which sustainable peace can be built. For me, sustainable peace is peace built on human security, not national security. We do not need more, “modernized” nuclear weapons. We do not need fully autonomous weapons that on their own can target and kill human beings. We need to use our resources so that the needs of people are met, not the needs of arms producers. People should be able to live dignified lives, with equal access to education, health care, housing, etc. We need to focus on human security for sustainable peace, not national security to protect the infrastructure of the state. Peace and security should be people centered!

https://www.pressenza.com/2021/03/interview-with-professor-jody-williams-nobel-peace-prize-laureate-and-chair-of-the-nobel-womens-initiative/?fbclid=IwAR1QDuTxdkG-ae3D5pzfuQVW2KnOe-w4yNNe4wKDM7oNfaC29KrHac3zYxk

CS- Investimenti esplosivi: quando la bulimia dei profitti minaccia bambini e civili.

COMUNICATO STAMPA – (Roma 30 marzo 2021) La comunità internazionale che si occupa di Mine Action, nel periodo che va dal 1° marzo (entrata in vigore del Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine) al 4 aprile Giornata Internazionale per la sensibilizzazione sul problema delle mine indetta dalle Nazioni Unite (A/RES/60/97) celebra quanto ottenuto in passato, e rafforza gli sforzi per realizzare quanto necessario per raggiungere un mondo libero dalle mine.

La Campagna Italiana contro le mine ha concentrato e concentrerà anche nei messi successivi il suo impegno nel promuovere il Pdl Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni esubmunizioni a grappolo” per contrastare questi ordigni subdoli e indiscriminati anche sul campo finanziario e impedire che continuino a lasciare un’eredità di morte e disperazione colpendo civili inermi e- tra questi-molti bambini.

L’iniziativa legislativa è volta quindi ad impedire concretamente che gli investitori finanziari autorizzati possano supportare aziende produttrici di mine antipersona e bombe a grappolo, operanti nei paesi che ancora non hannoaderito alle Convenzioni di messa al bando di questi ordigni, ed ha l’obiettivo di definire le modalità di controllo degli intermediari finanziari come Banche, SGR, SIM, SICAV. Il supporto finanziario di queste imprese è già- di fatto-giàproibito con sanzioni penali dall’Art. 7 della Legge 95/2011 (Ratifica della Convenzione di Oslo).

Il Pdl in questione ha iniziato il suo iter nel 2010 con l’approvazione alla Commissione Finanze ma non proseguì il suo percorso di approvazione per la caduta del Governo (XVI Leg.). Il Pdl è stato approvato dal Senato e dalla Camera dei Deputati nella XVII legislatura e rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica il 27 ottobre 2017 per un vulnus Costituzionale. Nell’attuale legislatura il testo normativo, con un emendamento all’art. 6 comma 2 che ne ha sanato ilvulnus richiamato, è stato approvato in Senato il 29 aprile 2019. Inviato alla Camera dei Deputati è rimasto fermo per ben 18 mesi prima che la Commissione Finanze riattivasse l’iter (3 novembre 2020). Attualmente la Commissione Finanze ha raccolto in brevissimo tempo i pareri consultivi di 8 Commissioni sulle 9 interpellate senza registrare pareri ostativi ma l’iter si è bloccato da circa 150 giorni in Commissione Bilancio.

“Sono più di dieci anni che la società civile aspetta questa legge sul disinvestimento che rappresenta un forte segnale dicoerenza con la volontà espressa dal nostro paese firmando il Trattato di Ottawa e la Convenzione sulle Munizioni Cluster, perché bandire queste armi significa anche essere certi che i nostri risparmi non alimentino ancora oggi questa produzione di morte in grado di lasciare i suoi atroci effetti su paesi come Siria e Myanmar” dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le mine “ L’attesa di oltre 150 giorni per la relazione tecnica sollecitata al Governo, che sarebbe dovuta arrivare in 10 giorni dalla richiesta della Commissione Bilancio ed entro il termine – perentorio- di 30 gg. ai sensi dell’art. 17 comma 5, della legge 196 del 2009 lascia allibiti” sembra che per ritardarequesta legge concorrano in diversi con pretesti che si trasformano spesso in argomenti, così come molti altri si stannoinvece spendendo con serietà per la sua definitiva approvazione”. conclude Schiavello

Pochi giorni fa a New York è stato ricordato dall’Amb. Stefanile quanto la Mine Action sia una top priority per l’Italia – dichiara Santina Bianchini Presidente dell’associazione –la Campagna Italiana Contro le Mine chiede che l’iter legislativopossa procedere senza ulteriori blocchi tecnici affinché il nostro paese possa presentare la legge, definitivamente approvata, come buona pratica nella seconda parte della 2° Conferenza di Revisione della Convenzione sulle Munizioni Cluster (CCM) prevista per il prossimo giugno

Per interviste: Giuseppe Schiavello 340/4759230

g.schiavello@campagnamine.org

Per informazioni: Tibisay Ambrosini 348/1049619

t.ambrosini@campagnamine.org

Elsa Peretti

Rivolgiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia, agli amici e alla Fondazione Nando ed Elsa Peretti, nel ricordo che rimarrà per sempre del suo sostegno alle vittime di mine e di guerra in Medio Oriente.

“Elsa Peretti era rinomata per il suo fascino arguto, l’apertura agli altri, la gentilezza e la generosità. Aveva una profonda vocazione umanitaria e sosteneva iniziative culturali, scientifiche ed educative, oltre ad impegnarsi nella difesa dei diritti umani. Nel 2000, ha creato un’associazione in onore di suo padre, la Fondazione Nando ed Elsa Peretti. La Fondazione sostiene una vasta gamma di progetti per la promozione dei diritti umani e civili, con particolare attenzione al diritto all’istruzione, ai diritti dei bambini e ai diritti e alla dignità delle donne. Le proposte sono sollecitate a livello internazionale e la Fondazione ha sostenuto richieste da tutto il mondo, comprese iniziative a favore di persone non rappresentate e minoranze oppresse, per difendere il loro diritto ad esistere e preservare la loro cultura. Sostiene anche progetti di ricerca medica e scientifica per promuovere la salute fisica e mentale, così come interventi specifici tra cui la costruzione di ospedali e altre strutture sanitarie. Ha finanziato campagne di sensibilizzazione pubblica per la conservazione della fauna selvatica e la protezione dell’ambiente, e promuove la cultura e le arti. La Fondazione Nando ed Elsa Peretti ha finanziato più di 1.000 progetti non profit in più di 80 paesi, per un investimento totale di oltre 57 milioni di euro”.

Dal sito della Fondazione Nando and Elsa Peretti Foundation


Primo marzo

On the 22nd Anniversary of the Mine Ban Treaty entering into force, the U.S. Campaign to Ban Landmines – U.S. Cluster Munition Coalition (USCBL-CMC) urges the United States to take immediate action to accede to the 1997 Mine Ban Treaty. 

In recognition of the indiscriminate dangers landmines pose to civilians and U.S. service members alike, the USCBL-CMC urges the White House to immediately formally ban the use, production, and transfer of antipersonnel landmines and lay out an accelerated timeline for the destruction of stockpiled landmines. The USCBL-CMC urges the White House to promptly declare its intent to accede to the Mine Ban Treaty. 

For more than two decades, the world has rejected antipersonnel landmines through the Mine Ban Treaty, in recognition of the horrific and unacceptable harm to civilians both at their time of deployment and for decades after. A total of 164 countries, including every other member of NATO, are states parties. While not a signatory, the U.S. has functionally adhered to key provisions of the Mine Ban Treaty, by not using, producing, or transferring antipersonnel mines. 

The new U.S. landmine policy, announced in January 2020, starkly sets the U.S. apart from its allies and the global consensus by allowing for the use of landmines anywhere in the world. While the new policy claims that “non-persistent” mines minimize civilian harm, the Mine Ban Treaty rejects the use of such mines and the faulty premise underpinning them. Decades of efforts to enhance the “safety” of landmines have failed. No matter the technology, landmines are indiscriminate weapons. Regardless of their lifespan, they are victim activated and do not distinguish between a combatant or a civilian while active, rendering them incompatible with international humanitarian law.

In the last five years, only the government forces of Syria, Myanmar, and North Korea, as well as some non-state actors in conflict areas, have used antipersonnel landmines. Of the more than 50 countries that once produced landmines, 40 have ceased production. Under its current landmine policy, the U.S. could rejoin the remaining small handful of mine-producing countries.

The United States Campaign to Ban Landmines is a coalition of non-governmental organizations working to ensure that the U.S. comprehensively prohibits antipersonnel mines–including their use in Korea–and joins the 1997 Mine Ban Treaty, as 164nations have done. It is the national affiliate of the International Campaign to Ban Landmines (ICBL), founded in New York in 1992 and recipient of the 1997 Nobel Peace Prize Laureate together with former ICBL coordinator Ms. Jody Williams of Vermont. We also call for sustained U.S. government financial support for mine clearance and victim assistance. 

Morti sei bambini

Sono morti sei bambini e altri cinque sono rimasti feriti dopo che, nel nord-ovest dell’Uganda, hanno trovato un vecchio esplosivo tra i cespugli. I piccoli hanno iniziato a giocarci e questo è esploso all’improvviso con conseguenze gravissime. Dell’avvenimento ad Adjumani ha parlato Josephine Angucia, portavoce della polizia regionale, all’AFP.

Tre bambini sono morti sul colpo, mentre altri tre sono rimasti feriti e sono poi morti durante il viaggio verso l’ospedale di Adjumani. “Stavano giocando tra i cespugli nella giornata di martedì 16 febbraio, quando si sono imbattuti nell’oggetto del quale, ovviamente, non conoscevano la natura” ha dichiarato Angucia all’agenzia di stampa. “Le indagini preliminari suggeriscono che l’esplosione sia stata provocata dalla bomba a mano abbandonata durante l’insurrezione del LRA che ha colpito la regione del Nilo occidentale”.

Si tratta dell’ennesimo incidente mortale avvenuto a causa di ordigni inesplosi, il secondo in meno di due settimane che ha coinvolto bambini. Negli anni ’90 le forze governative hanno combattuto contro i ribelli dell’LRA in tutto il nord dell’Uganda e i civili sono stati i primi a pagarne le conseguenze. In particolare, tra questi, i bambini. L’LRA ha continuato la sua lotta contro Yoweri Museveni fino al 2006, quando è stato costretto a lasciare l’Uganda. Museveni è stato presidente dell’Uganda dal 1986. Secondo quanto affermano le Nazioni Unite, l’LRA ha ucciso più di 100.000 persone e ne ha rapite 60.000, tutte minorenni. La lotta violentissima si è estesa dall’Uganda al Sudan fino alla Repubblica Democratica del Congo.

Il Lord’s Resistance Army (Esercito di resistenza del Signore) è attivo dal 1987 ed è un gruppo di guerriglia di matrice cristiana. A guidarlo vi era Joseph Kony, che si proclamava portavoce di Dio e medium dello Spirito Santo. Si tratta di resistenza armata a seguito del rovesciamento del governo di Tito Okello da parte proprio di Museveni.

L’eredità dei conflitti.

Signatories to the 1997 Mine Ban Treaty – which earned the International Campaign to Ban Landmines (ICBL) the 1997 Nobel Peace Prize – are obligated to cease production and development; to destroy stockpiles within four years; and to clear areas contaminated with anti-personnel mines within ten years. Some 159 countries have completed the destruction of stockpiles and 33 are now considered to be landmine free. 

There’s still work to be done, however. Worldwide, 60 states are contaminated with landmines, 32 of which are signatories to the Mine Ban Treaty. Just six of these are on target to reach the 2025 deadline for full landmine clearance and seven have requested extensions. ICBL ambassador Margaret Arach Orech is urging states not to lose focus. ‘Every mine left in the ground, represents a human toll in lives and limbs lost,’ she says.

ICBL’s Landmine Monitor has collected data on the landmine crisis for the past 22 years. A record low number of casualties was recorded in 2013, largely owing to steep declines in Afghanistan, Cambodia and Colombia. ‘Prior to 2013, Cambodia recorded casualties in the thousands – numbers are now below 100,’ says Marion Loddo, Landmine Monitor editorial manager.

‘Another factor was that people living with these weapons became more aware of them,’ says Michael Boyce, global policy advisor at the Mines Advisory Group, a British charity that clears mines in more than 25 countries.

However, across the world, re-emerging, high-intensity conflicts have seen increased use of mines by non-state armed groups. ‘Since 2013, there has been a massive spike in the use of improvised anti-personnel mines in Iraq, Syria and Yemen, along with their emerging use in West Africa,’ says Boyce. This trend is reflected in the casualty numbers. The Landmine Monitor 2020 recorded 5,554 casualties in 2019. Although down from the 6,897 casualties of 2018, it’s 60 per cent higher than the low of 2013.

https://geographical.co.uk/geopolitics/geopolitics/item/3962-legacies-of-conflict-despite-huge-progress-the-landmine-crisis-continues