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COMUNICATO STAMPA – (Roma, 17 novembre 2022) La Campagna internazionale per la messa al bando delle mine (ICBL) lancia oggi il suo rapporto annuale, Landmine Monitor 2022 (1), in vista della ventesima riunione degli Stati Parte del Trattato sulla messa al bando delle mine(2), che si terrà dal 21 al 25 novembre presso le Nazioni Unite a Ginevra.
Secondo il rapporto, giunto alla ventiquattresima edizione, venticinque anni dopo la sua creazione, il Trattato per la messa al bando delle mine antipersona rimane uno dei trattati di disarmo più ampiamente ratificati, ma l’elevato numero di vittime civili e il nuovo uso delle mine in Ucraina e Myanmar mostrano le sfide che devono essere superate per raggiungere un mondo libero dalle mine.
Le mine antipersona continuano a uccidere e ferire civili, distruggere mezzi di sussistenza, impedire l’uso del suolo e interrompere l’accesso ai servizi essenziali in oltre 60 paesi e territori. Le crisi globali, come la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze, e i conflitti armati, combinati con una riduzione dei bilanci per gli aiuti umanitari, stanno ulteriormente esacerbando gli ostacoli nel mantenere le promesse del Trattato.
Il numero delle vittime di mine e altri residuati bellici esplosivi (ERW) è stato inquietantemente alto negli ultimi sette anni. Almeno 5.544 persone sono rimaste ferite o uccise nel 2021. I civili rappresentano la maggior parte delle vittime registrate, metà delle quali sono bambini.
La maggior parte delle vittime si è verificata in paesi contaminati da mine di natura improvvisata colpiti da conflitti. Nell’anno precedente, mine antipersona e ERW hanno causato vittime e feriti in 50 stati e in altre aree. La Siria, non firmataria del Trattato di messa al bano, ha registrato il maggior numero di vittime annuali (1.227), seguita dallo Stato Parte Afghanistan (1.074).
I casi di nuovo uso di quest’arma bandita a livello internazionale, rappresenta una delle maggiori sfide alla norma contro le mine antipersona. Il rapporto documenta il nuovo utilizzo da parte di due stati non parte del Trattato, Myanmar e Russia, nonché da parte di gruppi armati non statali (NSAG) in almeno cinque paesi.
Il Landmine Monitor 2022 riporta un aumento di cinque volte il numero di vittime civili di mine/ERW registrate in Ucraina durante i primi nove mesi del 2022 rispetto al 2021 (277 vittime civili rispetto a 58). La Russia ha utilizzato almeno sette tipi di mine antipersona da quando ha invaso il paese il 24 febbraio scorso. Si tratta di una situazione senza precedenti, in cui un paese che non è parte del trattato utilizza l’arma sul territorio di uno Stato Parte.
Il rapporto documenta anche un nuovo ed esteso uso dell’arma indiscriminata da parte delle forze governative in Myanmar, in particolare intorno a infrastrutture come torri di telefonia mobile, imprese estrattive e oleodotti.
Mentre 30 Stati Parte hanno completato i loro obblighi di sminamento dall’entrata in vigore del Trattato per la messa al bando delle mine nel 1999, solo due dei 33 Stati Parte rimanenti interessati sembrano essere sulla buona strada per rispettare le scadenze di sminamento previste dal Trattato. I ritardi sistematici nella bonifica, o la sua totale mancanza, rappresentano una grave minaccia per la protezione duratura dei civili dalle mine antiuomo. L’azione collettiva da parte degli Stati è necessaria per invertire questa tendenza e prevenire un ulteriore deterioramento della situazione, rileva il rapporto.
Un’altra battuta d’arresto preoccupante è rappresentata, nonostante le crescenti esigenze e gli alti tassi di vittime negli utlimi anni, dalla riduzione dei finanziamenti destinati all’assistenza alle vittime. Secondo il rapporto, l’anno 2021 ha visto il livello più basso di finanziamenti al settore dal 2016 (25,6 milioni di dollari) con 27 Stati Parte con un numero significativo di sopravvissuti che non hanno ricevuto alcun finanziamento diretto per l’Assistenza alle Vittime. Il trattato ha stabilito un modello prezioso per rimediare ai danni causati dalle mine terrestri, ma resta ancora molto da fare per garantire un sostegno adeguato ai sopravvissuti e alle comunità colpite per tutta la vita.
“Considerando l’impegno del nostro Paese in questo settore di intervento umanitario e il suo ruolo di leadership basato sull’esempio siamo certi che l’Italia vorrà continuare a sostenere le attività di Mine Action assicurando gli stanziamenti del Fondo 58/01 che opera da ben 21 anni sui binari dettati dalle Convezioni di Ottawa e Oslo, valorizzando anche l’expertise dell’esercito italiano per la formazione alla bonifica umanitaria” “ma anche– continua Schiavello- ponendo attenzione all’assistenza alle vittime che ricadono nel quadro di grande attenzione che la nostra cooperazione riserva ai diritti delle persone con disabilità e- ultimo ma non meno importante- all’universalizzazione delle due Convenzioni”
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Per interviste contattare:
Giuseppe Schiavello 340/4759230
Per richiedere materiali contattare:
Tibisay Ambrosini 348/1049619
http://the-monitor.org/media/3352351/2022_Landmine_Monitor_web.pdf
1- Landmine Monitor 2022 fornisce una panoramica globale degli sforzi per aderire e attuare il divieto delle mine antipersona, garantire la bonifica delle aree contaminate, fornire educazione al rischio, assistere le vittime di queste armi indiscriminate e sostenere le attività di azione contro le mine. Il Report si concentra sull’anno 2021 con informazioni incluse fino a ottobre 2022, ove possibile.
2- L’anno 2022 segna 25 anni da quando il Trattato per la messa al bando delle mine è stato adottato e aperto alla firma. Il trattato è entrato in vigore il 1° marzo 1999. Da allora, ha fornito un forte quadro internazionale per l’eliminazione di queste armi e ha contribuito a risultati notevoli nella protezione di vite e mezzi di sussistenza. Attualmente sono 164 Stati Parte del trattato oltre a un firmatario – le Isole Marshall – che deve ancora ratificarlo.