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#CCM10MSP cosa è accaduto

Si è svolto a Ginevra, dal 30 agosto al 2 settembre 2022, il 10 Meeting degli Stati Parte della Convenzione sulle Munizioni Cluster.

Durante la settimana, che ha visti riunite le delegazioni di oltre 70 Stati Parte, alcuni Stati firmatari e altri presenti come osservatori, le Organizzazioni e le Istituzioni Internazionali impegnate nell’ambito della Mine Action, è stato portato avanti il lavoro di riesame e monitoraggio del funzionamento e dello stato di implementazione della Convenzione sulle Munizioni Cluster (CCM).

Nel corso della prima giornata una decina di Stati Parti, tra cui l’Italia, sono intervenuti ed hanno sottolineato l’importanza di universalizzare la Convenzione, hanno esortato gli Stati ad aderire alla CCM e hanno notato il lento ritmo dell’universalizzazione dal 2020; Il Comitato per l’Universalizzazione, ha sottolineato il lavoro svolto dalla Cluster Munition Coalition (CMC) sulla promozione della Convenzione con i paesi dei Caraibi e del Commonwealth e ha rilevato la necessità di intensificare gli sforzi sull’universalizzazione con un approccio individualizzato. La Repubblica Democratica del Congo, Haiti, la Nigeria e il Sud Sudan hanno condiviso i progressi compiuti nei loro sforzi e sfide di ratifica. Almeno tre Stati, tra cui Canada, Irlanda, Italia hanno fatto riferimento al lavoro svolto dall’ICBL-CMC a sostegno dell’universalizzazione e dell’attuazione della Convenzione.

Almeno dieci Stati hanno chiaramente condannato l’uso di munizioni a grappolo e hanno espresso preoccupazione per la violazione del diritto internazionale umanitario da parte della Russia nel conflitto in Ucraina;

Sono state presentate 4 richieste di proroga per l’adempimento degli obblighi previsti dalla Convenzione, di cui tre relative all’articolo 4 (bonifica) da parte della Bosnia-Erzegovina, del Ciad e del Cile, e la quarta relativa all’articolo 3 (distruzione delle scorte) presentata dalla Bulgaria.

La CMC ha rilasciato dichiarazioni sulla distruzione delle scorte, sullo sminamento e sull’educazione al rischio di mine, evidenziando che la bonifica e la protezione di tutte le comunità dovrebbero essere una priorità per tutti gli Stati Parte, osservando anche che il 99% delle scorte è stato distrutto;

Perù, Slovacchia e Sudafrica hanno fornito aggiornamenti sulla distruzione delle loro scorte in base agli obblighi di cui all’articolo 3 e hanno osservato di essere sulla buona strada per rispettare le scadenze. Mentre la Guinea-Bissau ha annunciato ufficialmente di non possedere cluster ed i Paesi Bassi hanno fornito un aggiornamento sullo stato dei loro stock di munizioni a grappolo. 

Altre dichiarazioni per conto della CMC sono state rilasciate dai membri Humanity and Inclusion e Campagna Italiana contro le mine. La prima è intervenuta sugli obblighi di assistenza alle vittime ai sensi dell’articolo 5, invitando gli Stati a raddoppiare gli sforzi per rispondere alle esigenze delle vittime e garantire un accesso adeguato a servizi completi; Campagna Mine invece è intervenuta nella sessione dedicata all’articolo 9 sulle misure nazionali di implementazione, ed ha incoraggiato gli Stati Parti ad emanare una legislazione nazionale per l’attuazione della Convenzione e ad adottare una propria legge sul disinvestiment;   

La Germania, l’Iraq, il Laos, il Libano, e la Repubblica Democratica del Congo, in riferimento agli obblighi previsti dall’articolo 4 (bonifica ed educazione al rischio di mine) hanno fornito aggiornamenti sui progressi e le sfide per completare la bonifica delle aree contaminate. La mancanza di risorse finanziarie e di competenze ha rappresentato una delle principali sfide. L’Iraq presenterà la sua richiesta di proroga entro la fine dell’anno. La Mauritania ha osservato che sono state scoperte 18 nuove aree contaminate. Oltre a registrare nuove vittime, e nonostante la mancanza di sostegno internazionale, il paese prevede di svolgere quest’attività nell’ambito delle sue capacità nazionali.

Nella sessione dedicata all’Assistenza alle Vittime (VA) presente nell’articolo 5, tre Stati Parte, Iraq, Mozambico e Laos PDR, hanno menzionato i passi verso l’adozione di una legislazione nazionale che includa le persone con disabilità ed i sopravvissuti alle le munizioni a grappolo ed alle mine antipersona. Continuano a essere necessari finanziamenti per fornire servizi di riabilitazione migliori ed efficaci. Nel suo intervento il delegato della Santa Sede ha sottolineato che la “cooperazione internazionale per l’assistenza alle vittime è “una delle più splendide espressioni di solidarietà e unità della famiglia umana“. Anche l’Italia è intervenuta sul tema dell’Assistenza alle Vittime, ricordando che per il nostro paese “la protezione dei diritti e della sicurezza delle vittime è parte integrante della più ampia promozione dei diritti di tutti i gruppi vulnerabili, in particolare delle persone con disabilità, in linea con la CRPD. Alla luce di ciò, l’Italia adotta un ampio approccio integrato, assistendo le vittime, le loro famiglie e comunità sia negli obiettivi a breve termine come la riabilitazione fisica che a quelli di lungo termine come il sostegno psicologico, educazione al rischio, reinserimento sociale ed economico”. Inoltre, il rappresentante della delegazione italiana ha richiamato lo sforzo finanziario del nostro paese che nel 2021 e nel 2022 è stato incrementato abbiamo incrementato con un importo complessivo di circa 8,5 milioni di Euro ogni anno specificamente dedicato allo sminamento umanitario.

Per quanto riguarda la cooperazione internazionale ai sensi dell’articolo 6, gli Stati hanno ribadito la necessità di migliorare il coordinamento e il sostegno all’azione contro le mine (Mine Action) e hanno sottolineato l’importanza delle coalizioni nazionali. La CMC ha sottolineato che il finanziamento innovativo non sostituisce il finanziamento da parte dei donatori tradizionali;  

L’ultima giornata della Conferenza è stata caratterizzata da un vivo scambio di opinioni per raggiungere un accordo sul linguaggio da utilizzare relativamente all’uso di munizioni cluster in Ucraina così da consentire l’approvazione all’unanimità del Report finale della riunione, 

L’Iraq nella sua veste di presidente del prossimo Meeting degli Stati parte ha fornito una panoramica del suo piano di lavoro con particolare attenzione agli sforzi di universalizzazione in Africa e in Medio Oriente.

Tra la sessione della mattina e quella pomeridiana dei lavori, hanno avuto luogo 4 side event.

In particolare, il 30 agosto è stato presentato ai delegati il Cluster Munition Monitor 2022 a cura del Landmine and Cluster Munition Monitor. Quest’anno il Report riporta, nella sezione dedicata al Disinvesment, anche il riferimento alla legge approvata definitivamente in Italia il 9 dicembre 2021 “Misure di contrasto al finanziamento alle imprese produttrici di mine, munizioni e submunizioni cluster” che stabilisce non solo il divieto di finanziamento ma anche il funzionamento di alcuni meccanismi di controllo. L’importanza del Cluster Munition Monitor è stata sottolineata dalle diverse citazioni ai suoi dati relativi ad uso ed incidenti presenti nelle dichiarazioni di alcuni Stati, così come ad esempio nel caso di Italia, Canada, Germania e Nuova Zelanda).

Appuntamento al prossimo Meeting degli Stati Parte, l’undicesimo (11MSP) che si svolgerà sotto la presidenza dell’Iraq, a settembre 2023 (11-14).

Cluster Monitor Report

Cluster Monitor Report 2022 (1)
I progressi nell’eliminazione delle munizioni a grappolo (2) vengono oscurati dal devastante bilancio umano dovuto all’uso diffuso in Ucraina
di queste armi.


Comunicato Stampa
(Roma 25 agosto 2022) La tredicesima edizione del Cluster Monitor Report presentata oggi dalla Cluster Munition Coalition (CMC) documenta l’uso estensivo di munizioni a grappolo da parte della Russia nel conflitto iniziato il 24 febbraio in Ucraina, provocando centinaia di vittime civili e numerosi danni a case, ospedali e scuole. Il Cluster Munition Monitor 2022, iniziativa della società civile di ricerca e monitoraggio sulla Convention on Cluster Munition mostra anche come gli stati e le realtà impegnate nell’ambito delle azioni contro le mine stiano lavorando insieme per eliminare le munizioni a grappolo e affrontare il loro impatto a lungo termine a livello globale. Nel corso di quest’anno, fino ad ora, centinaia di attacchi con munizioni a grappolo da parte delle forze russe in Ucraina sono stati documentati, segnalati o si presume siano avvenuti. Sembra che anche le forze ucraine abbiano usato l’arma più volte nel conflitto in corso. Né la Russia né l’Ucraina hanno aderito alla convenzione, che conta 110 Stati parti e 13 firmatari. Il rapporto di 100 pagine arriva mentre gli Stati parti della Convenzione sulle Munizioni Cluster si stanno preparando per il loro incontro annuale, che si terrà dal 30 agosto al 2 settembre presso le Nazioni Unite, a Ginevra. La CMC esorta la Russia a porre fine immediatamente a questi attacchi indiscriminati e invita tutti i firmatari ad adottare misure per rinunciare all’arma e aderire alla convenzione senza indugio. A livello globale, Cluster Munition Monitor 2022 ha identificato almeno 149 nuovi incidenti dovuti a residui di munizioni a grappolo nel 2021. Questa è stata la prima volta in un decennio che non sono state segnalate nuove vittime da attacchi di munizioni a grappolo nell’anno precedente alla pubblicazione. Ciò ha segnato anche un forte calo rispetto ai totali annuali nel 2020 (360 vittime) e nel 2019 (317 vittime). Tuttavia, il totale effettivo globale delle vittime è probabilmente maggiore a causa delle difficoltà legate alla registrazione delle vittime.
La significativa riduzione del numero di vittime osservata nel 2021 è stata oscurata dal numero devastante di attacchi con munizioni a grappolo durante l’invasione russa dell’Ucraina. I dati preliminari indicano almeno 689 vittime civili segnalate durante gli attacchi con munizioni a grappolo per la prima metà del 2022. Ciò rappresenterebbe un aumento del 300% rispetto al totale globale del 2021. I numeri indicativi per l’Ucraina iniziano a fare eco agli alti tassi di vittime visti durante gli anni dei più grandi attacchi in Siria.

I civili rimangono le principali vittime delle munizioni a grappolo al momento degli attacchi e dopo la fine del conflitto, con i bambini particolarmente a rischio. Nel 2021, i civili hanno rappresentato quasi tutte le vittime (il 97% del cui stato è stato registrato); mentre il numero delle vittime dei bambini è stato straziante, con 90 morti e feriti e un’età media di 10 anni.
Anche l’impatto socioeconomico della pandemia di COVID-19 sembra avere maggiori rischi, con le persone costrette a intraprendere pratiche non sicure e pericolose per integrare i mezzi di sussistenza in diminuzione, come lavorare in aree contaminate o raccogliere rottami metallici ed esplosivi. I finanziamenti insufficienti continuano ad essere citati come uno dei principali ostacoli al progresso nella bonifica dei terreni e nella fornitura di assistenza adeguata ai sopravvissuti e alle comunità colpite. In particolare, secondo il rapporto, il supporto peer-to-peer era tra le attività più necessarie e meno supportate.
In questo contesto difficile, ci sono stati alcuni sviluppi positivi nell’attuazione della convenzione attraverso operazioni di Mine Action che sono tornate quasi alla normalità in molti paesi. Nel 2021, gli Stati Parte hanno riferito di aver bonificato almeno 61 km2 di terreno contaminato, con la conseguente distruzione di circa 81.000 submunizioni, entrambe simili ai risultati di bonifica dell’anno precedente.
Ad oggi, 37 Stati Parte hanno completato la distruzione del 99% del totale delle scorte globali di munizioni a grappolo. Tra il 2021 e la metà del 2022, gli Stati Parte Bulgaria, Perù e Slovacchia hanno distrutto 1.658 munizioni a grappolo e 46.733 sottomunizioni.
L’educazione al rischio rimane una componente fondamentale della risposta ai pericoli persistenti posti dai resti di munizioni a grappolo e protegge le comunità colpite. La diffusione di messaggi salvavita è proseguita nelle regioni colpite dal conflitto, rivolgendosi alle persone più minacciate. La guerra in Ucraina ha visto i soccorritori di emergenza e gli operatori di bonifica aumentare il loro uso delle comunicazioni digitali, distribuire materiali di sensibilizzazione nelle stazioni della metropolitana e dei treni e fornire educazione al rischio di persona nei rifugi.
Altri risultati di Cluster Munition Monitor 2022 includono:
• Non ci sono state segnalazioni o accuse di nuovo uso di munizioni a grappolo da parte di alcuno Stato Parte dall’adozione della Convenzione nel 2008.
• La Siria ha avuto le vittime annuali più alte di qualsiasi altro paese. Tuttavia, il numero di vittime registrate in Siria è diminuito, con il 2021 che ha registrato il totale annuale più basso registrato dal 2012. L’ultimo uso di munizioni a grappolo segnalato in Siria è stato nel marzo 2021, ma gli attacchi avrebbero potuto non essere registrati.
Almeno 26 paesi e altre tre aree rimangono contaminate da munizioni inesplose.
• A livello globale, 12 paesi hanno completato lo sgombero di terreni contaminati da munizioni a grappolo. Nessuna autorizzazione statale per le munizioni a grappolo completata nell’ultimo anno.
(1) La 13a edizione annuale fornisce una panoramica globale degli sforzi per attuare e aderire al divieto di munizioni a grappolo, garantire l’eliminazione dei resti di munizioni a grappolo, fornire educazione al rischio eassistere le vittime di queste armi indiscriminate. Il rapporto si concentra sull’anno solare 2021 con informazioni incluse fino ad agosto 2022, ove possibile.
(2) Lanciate da terra o lanciate dall’aria, le munizioni a grappolo sono costituite da contenitori che aprono e disperdono le munizioni indiscriminatamente su un’ampia area. Molte munizioni non riescono a detonare come previsto, lasciando una scia di resti esplosivi e munizioni che minacciano vite e negano l’accesso alle terre da coltivare, creando barriere allo sviluppo socioeconomico. Il trattato di messa al bando delle munizioni a grappolo (2008)vieta in modo completo l’arma, richiede la distruzione delle scorte, la bonifica delle aree contaminate da resti di munizioni a grappolo, la realizzazione di programmi di educazione al rischio e garantire l’assistenza alle vittime.

Scarica qui il Report
http://www.icbl.org/media/3348469/CMM2022_Embargoed-copy.pdf


Per informazioni
www.campagnamine.org
mail t.ambrosini@campagnamine.org

XXV Riunione Comitato Nazionale per l’Azione Umanitaria contro le Mine Anti-persona

XXV Riunione Comitato Nazionale per l’Azione Umanitaria contro le Mine Anti-persona

(Roma 19 luglio 2022) Si è tenuta ieri 19 luglio 2022, presso la Farnesina la XXV riunione del Comitato Nazionale per l’Azione Umanitaria contro le Mine Antipersona (CNAUMA) presieduta dalla Vice Ministra Marina Sereni. Il CNAUMA è un organo consultivo, convocato per la prima volta nel 1999, che si riunisce una volta all’anno su impulso del MAECI al quale partecipano i Dicasteri e i rappresentanti della società civile impegnati nella Mine Action.

Per la Campagna Italiana contro le mine ha partecipato il direttore dott. Giuseppe Schiavello che ha riportato la preoccupazione per le mine ancora presenti negli arsenali ucraini, non ancora distrutti come invece previsto nel Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine antipersona. “L’Italia conferma il suo impegno nella lotta agli ordigni inesplosi. La Campagna Italiana esprime preoccupazione per i 3,5 milioni di mine conservati negli stock ucraini non distrutte prima dell’inizio della guerra. L’Ucraina ha aderito alla Convenzione di Ottawa ma non ancora alla Convenzione sulle Munizioni Cluster ” ha dichiarato il dott. Schiavello “La Campagna Italiana ritiene che, al verificarsi delle condizioni, l’Italia forte della sua credibilità e impegno nella MineAction, si debba adoperare diplomaticamente affinché l’Ucraina, destinataria di ingenti aiuti, aderisca alla Convenzione di Oslo” ha concluso il direttore della CICM.

Di seguito riportiamo la nota del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

SMINAMENTO, FARNESINA: CONFERMATE RISORSE, PREOCCUPA CRESCERE USO MINE

19/07/2022 13:14

(Public Policy) – Roma, 19 lug – “Il Governo, attraverso il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, continua ad attribuire una grande importanza all’azione umanitaria contro le mine anti persona”. Lo ha dichiarato la vice ministra Marina Sereni aprendo oggi alla Farnesina la XXV riunione del Cnauma, il Comitato Nazionale per l’Azione Umanitaria contro le Mine Anti-persona, che riunisce diverse organizzazioni della società civile impegnate nella lotta a questo tipo di arma. “Dal nostro incontro di un anno fa – ha aggiunto Sereni – la Cooperazione Italiana è stata chiamata a rispondere al rapido aumento dei bisogni umanitari prima in Afghanistan, a seguito dei fatti dello scorso agosto, e poi in Ucraina, in conseguenza dell’invasione russa. Per quest’anno la dotazione finanziaria del ‘Fondo per lo Sminamento Umanitario e la bonifica di aree con residuati bellici’ è pari a 8.590.733 euro, in continuità con lo stanziamento del 2021: questi fondi ci permetteranno di confermare il contributo per lo sminamento nei principali contesti di crisi nei quali siamo intervenuti lo scorso anno, ma anche in altre aree. Quest’anno infatti prevediamo di sostenere iniziative di sminamento umanitario in contesti caratterizzati da crisi umanitarie gravi e in molti casi protratte nel tempo. Alla conferma dell’impegno in Siria, Afghanistan, Palestina, Somalia, Mali e Niger affiancheremo nuovi contributi all’azione condotta dalle agenzie umanitarie in Paesi come il Sudan e l’Etiopia, in linea con l’azione a tutto campo che l’Italia svolge nella regione del Corno d’Africa”. 

“Esprimiamo preoccupazione – ha detto ancora la vice ministra – per il crescente impiego di mine e ordigni esplosivi improvvisati (Ied) nei vari teatri di conflitto, nonché per l’alto numero di incidenti, la gran parte dei quali continua a colpire la popolazione civile e, dato ancora più drammatico, i bambini. In questa direzione, sono allarmanti i risvolti umanitari del conflitto in Ucraina e a questo riguardo desidero esprimere una netta condanna per l’utilizzo di munizioni a grappolo. Il protrarsi degli attacchi indiscriminati verso la popolazione e le infrastrutture civili è inaccettabile militarmente, politicamente e umanamente. Il documentato uso di munizioni a grappolo ha arrecato sofferenze immense alla popolazione, oltre a danni estesi a scuole, ospedali, abitazioni”. 

La vice ministra ha infine espresso il compiacimento del Governo italiano per il recente annuncio dell’amministrazione americana di voler tornare alla piena osservanza di una moratoria di fatto sull’impiego di mine anti persona.

CS – Human Rights Watch

(Geneva, June 15, 2022) – Russian forces are using landmines in Ukraine that are causing civilian casualties and suffering, as well as disrupting food production, Human Rights Watch said in a report released today. Russia is the only party to the conflict known to have used banned antipersonnel mines, while both Russia and Ukraine have used anti-vehicle mines.

The 19-page report, “Landmine Use in Ukraine,” details seven types of antipersonnel mines that Russian forces in Ukraine are known to have used since the February 24, 2022 all-out invasion. Ukraine appears to be abiding by its obligations as a member of the international treaty prohibiting antipersonnel mines, which it ratified in December 2005

“Russia’s brazen use of antipersonnel mines in a country that has explicitly prohibited these weapons is unprecedented and deserves strong global condemnation,” said Steve Goose, arms director at Human Rights Watch, chair of the International Campaign to Ban Landmines, 1997 Nobel Peace Laureate. “Antipersonnel landmines should never be used due to their inevitable and long-term threat to civilian life and livelihoods.”

Antipersonnel mines are designed to be exploded by the presence, proximity or contact of a person. They violate international humanitarian law because they cannot discriminate between civilians and combatants. Russia has not joined the 164 countries that have ratified the 1997 Mine Ban Treaty, which comprehensively bans antipersonnel mines, and requires destruction of stock, clearance of mined areas, and assistance to victims.

Several types of landmines produced by state-owned manufacturers in Russia have been used in combat for the first time in Ukraine, Human Rights Watch said. One made in 2021 is the rocket deployed POM-3 antipersonnel mine, which when activated launches to a height of 1 to 1.5 meters then detonates midair, producing fragments that are lethal up to about 16 meters away. The mine is equipped with a sensitive seismic fuze that makes it prone to detonate when approached, as well as a self-destruct feature that sets the mine to explode after a certain period.

During the current armed conflict, both Russian and Ukrainian forces also appear to have used anti-vehicle mines, which are designed to damage or destroy vehicles including tanks and armored fighting vehicles. The Mine Ban Treaty does not prohibit anti-vehicle mines or command-detonated (remote-controlled) mines, while other international agreements provide weak restrictions on their use.

Evidence indicates that landmine use is affecting agricultural production in Ukraine. The use of farm vehicles in fields and on rural paths and roads has become a high-risk activity in Ukraine. In one incident, a farm employee was wounded while ploughing fields near Kharkiv city in mid-May, when his tractor detonated a TM-62 antivehicle mine placed by Russian forces. Local residents told Human Rights Watch that when the Russian forces withdrew from the area, they did not clear the mines, mark the area, provide any warnings to avoid it, or share any maps of mined locations.

There is evidence that Russian forces in Ukraine have also laid victim-activated booby-traps. The Mine Ban Treaty comprehensively prohibits, in all circumstances, all types of victim-activated explosive devices regardless of their technical features, predicted longevity, delivery method, or type of manufacture (improvised or factory-made).

In 2014-2015, Russia-backed forces in eastern Ukraine used landmines in Donetsk and Luhansk regions and sporadically in the following years. There is no credible information that Ukrainian government forces used antipersonnel mines in the previous conflict or current one.

Human Rights Watch has documented the use of Soviet and Russian-made antipersonnel mines in more than 30 countries, including Libya. New research shows that the Wagner Group, a private Russian military security contractor with apparent links to Russia’s government, transferred antipersonnel mines into Libya, where they were used in Tripoli in 2019-2020, causing civilian casualties.

Russia should cease all use of inherently indiscriminate antipersonnel mines in Ukraine, and Ukraine should ensure that its forces continue to respect their obligations under the Mine Ban Treaty.

“Developing and producing landmines that most countries have rejected is a morally reprehensible investment,” Goose said. “Mines set to self-destruct at random intervals only increase the risk of civilian harm, especially for deminers tasked with safely destroying them.”

“Landmine Use in Ukraine” will be presented to countries attending a meeting of the Mine Ban Treaty in Geneva on June 20-22, 2022.

https://www.hrw.org/news/2022/06/15/ukraine-russian-landmine-use-endangers-civilians

For more Human Rights Watch reporting on landmines, please visit:
https://www.hrw.org/topic/arms/landmines

“Landmine Use in Ukraine” is available at:
https://www.hrw.org/news/2022/06/15/background-briefing-landmine-use-ukraine

For more Human Rights Watch reporting on the Russia-Ukraine war, please visit:
https://www.hrw.org/tag/russia-ukraine-war

For more information, please contact:
In Geneva, Steve Goose (English): +1-540-630-3011 (mobile); or gooses@hrw.org.
In Berlin, Rich Weir, (English): +1-646-740-1332; or weirr@hrw.org. Twitter: @rich_weir
In Wellington, Mary Wareham (English): +1-646-203-8292; or wareham@hrw.org. Twitter: @marywareham

CS – Human Rights Watch

(Ginevra, 12 maggio 2022) – Le forze russe hanno ripetutamente usato munizioni a grappolo in attacchi che hanno ucciso centinaia di civili e danneggiato case, ospedali e scuole dalla sua invasione dell’Ucraina, ha detto Human Rights Watch in un rapporto pubblicato oggi. Le forze ucraine sembrano aver usato munizioni a grappolo almeno una volta. Entrambi i paesi dovrebbero cessare l’uso di quest’arma vietata e impegnarsi ad aderire al trattato internazionale che vieta le munizioni a grappolo.

il rapporto  “Intense and Lasting Harm: Cluster Munition Attacks in Ukraine,”   descrive in dettaglio come le forze armate russe hanno utilizzato almeno sei tipi di munizioni a grappolo nel conflitto armato in Ucraina. L’uso ripetuto di munizioni a grappolo da parte delle forze russe nei quartieri popolati in Ucraina causa danni e sofferenze civili immediate e a lungo termine e deve cessare”, ha dichiarato Mary Wareham, di Human Rights Watch e autrice del rapporto. “L’Ucraina dovrebbe anche smettere di usare queste armi brutali prima che altri civili vengano danneggiati”.

Human Rights Watch ha documentato diversi attacchi con munizioni a grappolo da parte delle forze russe in aree popolate nelle città di Chernihiv, Kharkiv, Mykolaiv e Vuhledar. Il numero esatto di attacchi con munizioni a grappolo nel conflitto del 2022 non è noto, ma centinaia sono stati documentati, segnalati o presunti. A Mykolaiv, ad esempio, le forze russe hanno lanciato razzi a grappolo in aree popolate il 7, 11 e 13 marzo, uccidendo civili e danneggiando case, aziende e veicoli civili.

La Russia non ha negato l’uso di munizioni a grappolo. Ha affermato che le forze ucraine hanno usato munizioni a grappolo nella città di Donetsk il 14 marzo, ma questo non è stato confermato in modo indipendente.

Il New York Times ha riferito che le forze ucraine hanno apparentemente usato razzi con munizioni a grappolo Uragan in un attacco a Husarivka nell’oblast di Kharkiv il 6 o 7 marzo, quando il villaggio era sotto il controllo russo. L’Ucraina non ha negato l’uso di munizioni a grappolo nell’attuale conflitto, ma ha affermato che le forze armate dell’Ucraina aderiscono rigorosamente alle norme del diritto internazionale umanitario”.

Le munizioni cluster possono essere sparate da terra da sistemi di artiglieria come razzi e proiettili o lanciato da aerei. In genere si disperdono nell’aria, diffondendo più submunizioni indiscriminatamente su un’area delle dimensioni di un isolato. Molti non riescono a esplodere all’impatto iniziale, lasciando proiettili inesplosi che possono uccidere e mutilare, come le mine terrestri, per anni o addirittura decenni a meno che non vengano eliminati e distrutti.

Le munizioni a grappolo attualmente utilizzate in Ucraina sono lanciate da terra in razzi e missili ad eccezione della bomba a grappolo della serie RBK, che viene lanciata da aerei. Le munizioni a grappolo sono state tutte prodotte in Russia, alcune fino al 2021, o nel suo stato predecessore, l’Unione Sovietica.

Secondo l’Ukraine’s State Emergency Service un totale di 98.864 elementi di ordigni inesplosi, tra cui submunizioni e mine terrestri, sono stati eliminati e distrutti durante la guerra, a partire dal 9 maggio. Durante le prime sette settimane del conflitto, 29 operatori sono rimasti uccisi mentre svolgevano lo sminamento e il lavoro correlato, e 73 sono rimasti feriti. Il 17 aprile, tre persone che lavoravano per i servizi di emergenza di Kharkiv sono state uccise mentre ripulivano i resti di munizioni a grappolo.

In precedenza, sia le forze governative ucraine che i gruppi armati sostenuti dalla Russia hanno utilizzato munizioni a grappolo nell’Ucraina orientale tra luglio 2014 e febbraio 2015, sulla base di indagini di Human Rights Watch e altri.

La Russia e l’Ucraina non hanno aderito alla Convenzione sulle munizioni a grappolo – il trattato del 2008 che vieta le munizioni a grappolo – che richiede la distruzione delle scorte, lo sgombero delle aree contaminate dai resti di munizioni esplosive a grappolo e l’assistenza alle vittime. La convenzione conta 110 stati parti.

La convenzione obbliga ogni stato parte a fare del suo “meglio per scoraggiare” l’uso di munizioni a grappolo. Almeno 36 paesi hanno condannato l’uso di munizioni a grappolo in Ucraina, tra cui il Regno Unito come attuale presidente della Convenzione sulle munizioni a grappolo.

Human Rights Watch ha co-fondato e presiede la Cluster Munition Coalition, la coalizione globale di organizzazioni non governative che lavorano per vietare le munizioni a grappolo. Human Rights Watch presenterà il suo rapporto ai paesi che parteciperanno alle riunioni intersessionali della convenzione presso le Nazioni Unite a Ginevra il 16 e 17 maggio.

La maggior parte del mondo ha respinto le munizioni a grappolo anni fa a causa dei loro diffusi effetti indiscriminati e dei pericoli di lunga durata”, ha detto Wareham. “Condannare l’uso di munizioni a grappolo in Ucraina rafforzerà lo stigma globale contro queste armi e contribuirà a garantire che i civili siano protetti da esse in futuro”.

https://www.hrw.org/news/2022/05/11/end-cluster-munition-attacks-ukraine

CS – L’Italia approva

Roma 6 aprile 2022 – Mentre a Ginevra sono partite le consultazioni diplomatiche sul testo della Dichiarazione politica internazionale sulle armi esplosive, la cui approvazione da parte degli Stati potrebbe garantire una migliore protezione dei civili nei conflitti armati, l’Italia ha approvato all’unanimità una risoluzione presentata dall’On. Graziano Delrio che impegna il Governo italiano a:

  • Esprimere attraverso le sue delegazioni diplomatiche la netta condanna all’uso delle cluster bombs
  • Sostenere il percorso di approvazione della Dichiarazione politica internazionale volta a rafforzare la protezione dei civili nei conflitti armati dalle conseguenze umanitarie derivanti dall’impiego delle armi esplosive nelle aree popolate
  • Rendere la suddetta Dichiarazione un ulteriore punto di riferimento operativo per l’adozione di nuovi e più efficaci principi di protezione dei civili nei conflitti urbani.

Campagna Italiana contro le Mine, Rete Italiana Pace e Disarmo e l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra plaudono all’approvazione di questa risoluzione, certe che rappresenterà un importante passo avanti nell’adozione di più efficaci meccanismi di protezione delle popolazioni civili durante i conflitti armati.

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Per informazioni:

Sara Gorelli

Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra

Tel. 3382783904

Email: sara.gorelli@anvcg.it

Scheda sulla violenza esplosiva 2011-2021

  • Quando le armi esplosive sono usate nelle aree popolate (zone urbane), il 91% delle vittime appartiene alla popolazione civile. La percentuale scende al 25% quando le armi esplosive sono usate al di fuori delle zone urbane
  • In totale i civili uccisi e feriti nelle aree popolate in oltre dieci anni sono stati 238.892
  • Nel decennio 2011-2021 paesi dove si sono verificati più casi di uso di armi esplosive ai danni dei civili sono stati Siria, Iraq, Afghanistan, Pakistan e Yemen
  • Secondo INEW – International Network on Explosive Weapons, i punti della Dichiarazione che garantirebbero una maggiore protezione dei civili nei conflitti armati sono: riconoscimento del danno umanitario causato dalle armi esplosive; divieto di uso nelle aree urbane delle armi esplosive con effetti a largo raggio; riconoscimento del danno alle vittime e assistenza 
  • Finora 112 paesi in tutto il mondo hanno riconosciuto pubblicamente il danno umanitario derivante dalle armi esplosive

Messaggio del Presidente Mattarella

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata internazionale per l’azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi, indetta dalle Nazioni Unite, ha inviato alla Presidente della Campagna Italiana contro le mine Onlus, Santina Bianchini, il seguente messaggio:

«Ogni guerra è disumana. Nelle guerre si possono assumere decisioni tanto crudeli da travalicare ogni limite di orrore. Disseminare il terreno di mine anti-uomo e usare ordigni speciali, che hanno come scopo terrorizzare la popolazione e provocare stragi di cittadini inermi, è una di queste e costituisce un crimine contro l’umanità che si aggiunge alle responsabilità del conflitto.

La Giornata internazionale per l’azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi, indetta dalle Nazioni unite, è un’occasione preziosa per sensibilizzare i cittadini e le comunità contro la fabbricazione e l’uso di questi strumenti di morte particolarmente odiosi e subdoli, e adoperati, tuttavia, nonostante siano banditi da convenzioni e trattati.

I conflitti di questi decenni ci hanno restituito immagini di persone innocenti morte a causa delle mine. Di tanti anziani, bambini, adulti, rimasti mutilati, destinati a una vita carica di sofferenza e difficoltà.

La Campagna italiana contro le mine, e le espressioni della società civile, nel nostro Paese e nel mondo intero, che aiutano a tenere alta la vigilanza su questo tema, che sostengono le azioni di bonifica e che si fanno educatori e promotori di pace, sono tutte iniziative benemerite.

È questo un tempo che ci fa comprendere ancora meglio il valore della convivenza pacifica, del rispetto delle convenzioni internazionali tese a ridurre l’impatto delle guerre sulle popolazioni, della cooperazione tra i popoli.

Fermare le guerre e le distruzioni è possibile, affermando in ogni dove le ragioni della civiltà umana alle quali non intendiamo derogare».

CS – SMETTERE DI PIANTARE SEMI DI CARNEFICINA

Giornata Internazionale per le azioni umanitarie contro le mine e gli ordigni inesplosi

COMUNICATO STAMPA (Roma 4 aprile 2022) La XVI edizione della Giornata ONU dedicata alla Mine Action cade nell’anno del 30 anniversario della costituzione della International Campaign to Ban Landmines (ICBL) di cui la Campagna Mine è membro e co-laureata Premio Nobel per la Pace 1997. 

Lo ricorda nel suo messaggio per la ricorrenza del 4 aprile il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in cui evidenzia come l’azione contro le mine rappresenta un “investimento in umanità” e incoraggia a costruire sui progressi ottenuti sino ad ora le azioni necessarie per liberare il mondo da questi ordigni disumani una volta per tutte.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo aver promulgato la legge “Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo” in data 21 dicembre 2021,  in occasione della Giornata Internazionale indetta dalle nazioni Unite per le azioni umanitarie contro le mine e gli ordigni inesplosi ha voluto incoraggiare  la Campagna Italiana contro le mine e le organizzazioni della società civile nazionali ed internazionali impegnate sul tema, a tenere alta l’attenzione sulla pericolosità di questi strumenti di morti che continuano ad essere usati malgrado la messa al bando a livello internazionale, ed a proseguire l’impegno a sostegno delle azioni di bonifica e promozione della pace.

Siamo grati del prezioso incoraggiamento che ci viene dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella da sempre attento alla promozione della pace e del dialogoincoraggiamento che imprime il più alto grado di attenzione sugli effetti di minecluster bombs ed altri ordigni inesplosi su civili inermi ed ostaggio della guerra” dichiara Giuseppe Schiavello Direttore della Campagna Mine “Sarebbe un bel segnale – continua Schiavello- se, ritrovata la pace, l’Ucraina aderisse alla Convezione di messa al bando delle cluster bombs di cui è stato denunciato e provato l’uso da parte delle forze armate Russe” (…) “Purtroppo né la Russia, né l’Ucraina hanno sottoscritto la Convenzione di Oslo per la messa al bando delle bombe a grappolo” conclude Schiavello.

L’Italia, conferma il suo prezioso e costante impegno di cooperazione e diplomatico dedicato alla Mine Action, con più di 8,5 mln di euro destinati ad attività specifiche, dalla bonifica all’universalizzazione delle convenzioni di messa al bando, e con particolare attenzione al sostegno delle vittime degli ordigni inesplosi, dalla protesica al reinserimento socioeconomico dei sopravvissuti agli incidenti.

Sapere che l’Italia esprime un così alto grado di attenzione verso il tema attraverso le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella  è un’ulteriore preziosissima spinta a fare sempre il massimo per lenire le conseguenze di questi subdoli ordigni”.- dichiara Santina Bianchini presidente della Campagna Italiana – “(…)Come parte della Rete internazionale ICBL- continua Bianchini – esprimiamo grande apprezzamento anche per la netta condanna dell’uso delle munizioni a grappolo in Ucraina che il Ministro Luigi Di Maio ha voluto pronunciare durante l’informativa alla Camera dei Deputati lo scorso 16 marzo”. “(…) Questi ordigni, mine a tutti gli effetti sono i semi di carneficina che ogni guerra lascia per un futuro raccolto di dolore e morte, non è questo il mondo che vogliamo “conclude Bianchini.

Per interviste

Giuseppe Schiavello 340/4759230

g.schiavello@campagnamine.org

4 Aprile – Il messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres

La Giornata mondiale contro le mine ci rammenta dei progressi fatti finora nello smaltimento degli ordigni bellici inesplosi e al tempo stesso di quanto ancora rimanga da fare.

Esattamente trent’anni fa, attivisti delle societa’ civile si unirono per lanciare la Campagna mondiale per vietare le mine.

Nel giro di cinque anni, la relativa Convenzione fu aperta alla firma dei contraenti.

Oggi, piu’ di 160 Stati hanno firmato la Convenzione e le mine sono divenute inaccettabili su scala quasi universale.

Sono state distrutte oltre 55 milioni di mine, piu’ di 30 Paesi nel mondo sono stati dichiarati liberi da mine, con una drastica diminuzione delle vittime.

Tuttavia il mondo e’ ancora pieno di mine in stoccaggio e in piu’ di 50 Paesi si registra ancora la presenza di queste armi letali.

Mine, ordigni bellici inesplosi e improvvisati continuano a uccidere o ferire migliaia di persone ogni anno, molti dei quali bambini.

Occorre fare di piu’ per tutelare coloro che vivono esposti al rischio di questi ordigni, da Siria, Somalia e Afghanistan fino a Myanmar, cambogia e ancora oltre.

In Ucraina, il lascito di un solo mese di guerra – nella forma di ordigni inesplosi, mine e munizioni a grappolo – si tradurra’ in decenni di lavoro, con la minaccia a vite umane che durera’ ben oltre la fine del conflitto. Gia’ oggi, essi limitano gli aiuti umanitari di emergenza e impediscono alle persone di fuggire in salvo.

Chiedo a tutti gli Stati di accedere alla Convenzione senza ulteriori ritardi. I membri permanenti del Consiglio di Sicurezza in particolare hanno una speciale responsabilita’.

L’azione contro le mine rappresenta un investimento in umanita’, un prerequisito per gli sforzi di soccorso umanitario e il fondamento di una pace durevole e di uno sviluppo sostenibile. 

In questa Giornata, costruiamo sui progressi fatti in passato e liberiamo il mondo dalla piaga delle mine una volta per tutte.

CS – Se piovono bombe gli ombrelli non bastano

Comunicato stampa (Roma 31 marzo 2022) Il 4 aprile ricorre la Giornata Internazionale indetta dalle Nazioni Unite sul problema delle mine e degli ordigni inesplosi. (1)

La Giornata ONU dedicata alla Mine Action, voluta per aumentare la consapevolezza dei terribili danni e gravi sofferenze provocati da ordigni quali mine antipersona, munizioni a grappolo e di altri residuati bellici esplosivi, e per promuovere i progressi compiuti verso l’eliminazione di queste minacce per i civili di tutto il mondo, sarà celebrata a New York presso il Palazzo delle Nazioni Unite,  con una settimana di iniziative che vedranno la International Campaign to Ban Landmines (ICBL), di cui la Campagna Italiana contro le mine e membro, impegnata in collaborazione con l’Agenzia delle Nazioni Unite per la Mine Action (UNMAS) in un   simposio di alto livello dedicato alla Mine Action, e promotrice della mostra, che verrà inaugurata il 4 aprile, con cui ICBL desidera valorizzare i contributi dei suoi membri per un mondo libero dalle mine.

In Italia la Campagna Italiana contro le mine dedica il periodo che va dal 1° marzo (anniversario dell’entrata in vigore del Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine) al 4 aprile a tutta una serie di iniziative di sensibilizzazione riservando quest’anno particolare attenzione a quanto sta accadendo in Ucraina.

Nel conflitto in corso le forze armate russe stanno facendo un ampio uso di munizioni a grappolo e di mine antipersona del tipo POM-3 note anche come “Medallion”, armi indiscriminate e vietate a livello internazionale.

“Condanniamo fermamente l’uso di munizioni cluster e di mine antipersona da parte della Russia, in particolare quest’ultimo rappresenta una rara circostanza in cui un paese che non ha aderito al Trattato di Ottawa utilizza questi ordigni sul territorio di uno Stato Parte del Trattato di messa al bando delle mine antipersona” dichiara Santina Bianchini Presidente della Campagna Italiana contro le mine “ queste armi sono state vietate internazionalmente per i loro effetti indiscriminati e disumani, provocano la morte e atroci sofferenze a chi sopravvive, oltre a impedire il ritorno in sicurezza dei profughi e rendere difficile la ricostruzione dopo il conflitto” conclude Bianchini. 

“Supportiamo pienamente l’approvazione della Risoluzione parlamentare 7-00813 (2) presentata dall’On. Delrio volta ad impegnare “ il governo italiano ad esprimere, attraverso le proprie delegazioni diplomatiche e in ogni foro multilaterale severe e netta condanna per l’uso di cluster bombs e mine antipersona in Ucraina e in ogni conflitto che ne registri l’impiego da uno qualsiasi degli attori coinvolti” dichiara Giuseppe Schiavello Direttore della Campagna Mine “la protezione delle popolazioni civili coinvolte loro malgrado nei conflitti deve essere una priorità per la comunità internazionale ed il nostro paese può fare la differenza come ha già dimostrato in passato, non ultimo con l’approvazione lo scorso dicembre della legge che vieta il finanziamento di aziende produttrici di mine e munizioni cluster anche all’estero” conclude Schiavello

Tra le altre iniziative, prenderà il via la campagna “Se piovono bombe gli ombrelli non bastano” per sensibilizzare sulla necessità di condannare l’uso di mine e munizioni cluster in ogni guerra, da parte di chiunque e soprattutto di condannare la guerra come mezzo di confronto.

Inoltre, a quattro giorni dalla Giornata Internazionale, la Campagna Mine incontrerà gli studenti e le studentesse dell’Istituto di Istruzione Superiore Statale Cine-Tv Roberto Rossellini, per favorire e valorizzare il loro coinvolgimento sulle tematiche del disarmo umanitario e dei diritti umani, utilizzando le competenze e le abilità apprese e sviluppate nel corso dei loro studi. 

Informazioni su uso cluster e mine antipersona nel conflitto in Ucraina

1- La Giornata è stata proclamata dall’ Assemblea Generale dell’ONU nel 2005 con la Risoluzione n°A/RES/69/97 “On assistance in Mine Action” e celebrata per la prima volta il 4 aprile 2006. 

2 –  XVIII Legislatura – Lavori – Resoconti Assemblea – Dettaglio sedute (camera.it) La Risoluzione è stata presentata in III Commissione (Affari Esteri e Comunitari) della Camera dei Deputati dall’On. Delrio unitamente agli onorevoli Ungaro, Quartapelle Procopio, Fassino e La Marca 

Per interviste:

Giuseppe Schiavello 340/4759230

g.schiavello@campagnamine.org

Per materiali:

Tibisay Ambrosini 348/1049619 392/1435368

t.ambrosini@campagnamine.org